Francesco Sforza, entrato in città nel febbraio del 1450, desidera farsi conoscere dai milanesi non soltanto come valoroso capitano d’esercito, ma anche mostrarsi generoso con loro, soprattutto costruendo importanti strutture e pure presentarsi come amico delle arti.
Entra a far parte del suo “staff” un valido architetto fiorentino nonché ingegnosa figura di urbanista. Si tratta di Antonio Averlino, meglio conosciuto come il Filarete. Pagato profumatamente da Francesco (20 fiorini al mese), crea in poco tempo il disegno relativo alla Ca’ Granda e sarà lui a guidare i primi lavori.
Prenderà il suo posto Guiniforte Solari, architetto e ingegnere, il quale si accontenta di uno stipendio decisamente molto più basso rispetto a quello del suo predecessore: appena 3 fiorini al mese. La Ca’ Granda, ormai prossima all’apertura, si presenta elegantemente, formata da quattro cortili quadrati a portici. Il tutto è stato ricostruito dopo che un enorme carico di bombe, sganciato da un aereo nell’agosto del 1943, riduce il tutto quasi in briciole.
La costruzione dell’ospedale rilancia Francesco Sforza sia come benefattore sia come mecenate. Nel diario di un viaggiatore fermatosi a Milano, si legge quanto segue: “Oltre alla presenza degli ammalati, qui lavorano diversi contabili, barbieri, sarti, calzolai e altri”.
Insomma la Ca’ Granda, al top della sua organizzazione, dispone anche di forni per il pane, falegnami, arrotìni e botteghe varie. Ma ci si prende cura anche dei trovatelli, avviandoli sin da piccoli all’apprendimento di mestieri vari.
Il servizio sanitario, considerati i tempi, non può essere definito eccellente, ma già nel Cinquecento sono costantemente attivi quattro medici, quattro chirurghi, due primari e quattro specialisti per le malattie più comuni come l’ernia inguinale, i calcoli renali e la tigna, termine generico riferito ad alcune alterazioni dell’epidermide.
Laddove necessario, si impiegano purghe e salassi e si combatte con decisione la pellagra, malattia causata da carenza alimentare e da insufficiente apporto vitaminico.