di Carlo Radollovich
Se è vero che in città possiamo rallegrarci per la mitezza del clima, l’aria quasi primaverile e la totale mancanza di spiacevoli slalom tra una pozzanghera e l’altra, è altrettanto vero che tutti coloro che, sulle nostre Alpi, hanno impostato attività invernali confidando sull’abbondanza della “bianca visitatrice”, si vedono purtroppo quasi in ginocchio per gli scarsi affari conclusi.
Dove si è voluto salvaguardare almeno una parte dei guadagni, si è dovuto per necessità di cose ricorrere alla neve artificiale, sostenendo costi non indifferenti.
È il caso di Bormio, Aprica, Madesimo e di altre stazioni invernali, le quali hanno sin qui tentato di salvare il salvabile.
Il presidente Maroni ha preannunciato lo stanziamento di circa 60 milioni di euro per rilanciare il turismo lombardo. Tale importo risulta senz’altro interessante, ma si teme che non possa essere sufficiente, tenuto conto che, anche in occasione del ponte di Sant’Ambrogio, la stagione si presentava magrissima nella nostra regione e non solo.
Si spera che si possa intervenire tempestivamente a sostegno delle spese vive sostenute dalle aziende riguardanti l’uso dei cannoni per l’innevamento artificiale: in primo luogo finanziando le società che si occupano da vicino di tali impianti, in secondo luogo invocando l’aiuto di certi fondi europei per alleviare la delicata situazione e ridare almeno un po’ di ossigeno ad un settore decisamente strategico per l’economia locale.
Il comparto turistico invernale sta perdendo milioni di euro per le insufficienti prenotazioni da parte di turisti e di appassionati dello sci. E che dire del mancato impiego di numerosi maestri addetti agli sport invernali? Si dovrà certamente, anche per questo settore, correre ai ripari quanto prima possibile.
L’augurio che possiamo esprimere (tenuto conto che le festività natalizie si sono ormai concluse con il loro negativo carico di molte possibilità imprenditoriali svanite), è che l’ultima parte della stagione possa almeno consentire un minimo di recupero su quanto è andato perduto.