Carlo Radollovich
Nella Valgerola, in provincia di Sondrio, sarà inaugurata nella prima quindicina di agosto una straordinaria infrastruttura, lunga 130 metri, larga 11 metri circa, del peso di circa 400 tonnellate (relative alle sole armature presenti nel cemento). L’opera implicherà un esborso complessivo pari a tre milioni di euro circa.
Incredibilmente, il ponte non disporrà dei consueti e necessari archi, ma soltanto di sedici stralli, sei da un lato e sei dall’altro. Gli stralli, per coloro che fossero meno addentro a queste speciali terminologie, consistono in robustissimi tiranti d’acciaio agganciati ad una sorta di torrione infisso nella montagna, tiranti che sorreggono il ponte stesso.
Gli abitanti di Gerola Alta, un paesino di 170 anime a mille metri d’altitudine, posto nella parte più meridionale della provincia di Sondrio, attendono da diversi anni questa ardita soluzione che riuscirà finalmente ad escludere un tratto tortuoso e spesso franoso della strada provinciale Valgerola, consentendo agli automezzi una percorribilità priva di rischi.
Come ovvio, nella piccola località attraversata dal torrente Bitto, in questi giorni non si sta discutendo dell’omonima specialità casearia, impiegata soprattutto nel cucinare la ben nota polenta taragna, ma della mastodontica costruzione che ridarà pure slancio turistico all’intera vallata, a partire dal centro sciistico di Pescegallo.
L’inaugurazione della struttura, attesa in Valgerola da troppo tempo, sarà salutata con molta soddisfazione da parte degli abitanti, che intravedono un rifiorire locale dell’economia e una incisiva valorizzazione della montagna in senso lato.