di G. Perugini
Da ormai qualche giorno, nei giardini antistanti il Piazzale Cimitero Monumentale campeggia una nuova imponente scultura: si tratta di “MU 141 – La vita infinita”, opera dell’artista giapponese naturalizzato italiano Kengiro Azuma.
Azuma, nato nel 1926 nella prefettura di Yamagata, ha studiato arte all’Università Nazionale d’Arte di Tokyo e al termine del secondo conflitto mondiale si è trasferito nel nostro Paese. Qui, dopo aver conosciuto l’artista pistoiese Marino Marini e aver frequentato il suo prestigioso corso di scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, Azuma ha conseguito il diploma ed è diventato assistente personale del Maestro Marini, con cui ha lavorato fino al 1979.
La scultura “MU 141 – La vita infinita”, ora in esposizione permanente presso l’entrata del Cimitero degli Acattolici nell’ala ovest del Cimitero Monumentale, è stata donata dalla Fonderia Artistica Battaglia all’Amministrazione Comunale, e consiste in una fusione in bronzo alta circa 4 metri sulla cui lunghezza si alternano superfici lisce e lucide ad altre ruvide e opache.
Nelle intenzioni dell’artista le prime vogliono rappresentare la luce, la gioia, l’allegria e la vita; mentre le seconde vanno a simboleggiare le difficoltà della vita, gli ostacoli e le sue inevitabili parti oscure, in linea con il concetto Zen di tensione tra gli opposti che fa da sempre parte della filosofia artistica di Azuma. I fori e le cavità presenti sul lato frontale del monumento, invece, alludono a tutti quegli imprevisti invisibili e inaspettatti che la vita spesso ci pone dinanzi.
Nella sua dualità liscio contro ruvido, luce contro oscurità, l’opera di Azuma esprime perciò un messaggio positivo di rinascita e, al contempo, crea una continuità tra l’idea di Città dei vivi e Città dei morti: non a caso come luogo di esposizione è stato scelto l’ingresso del più importante cimitero di Milano.