A Milano arriva la seconda tappa di “The Impossible Gym”, una palestra impossibile per raccontare le difficoltà nascoste dei pazienti e scardinare lo stigma
L’obesità è una malattia cronica progressiva, multifattoriale e recidivante, determinata da meccanismi genetici, endocrini, ambientali e psicologici, che va ben oltre il semplice “mangiare meno e muoversi di più”. Eppure, lo stigma sociale e la colpevolizzazione dei pazienti continuano a essere tra i principali ostacoli per chi convive con questa patologia.
Per cambiare questa narrazione, Lilly ha messo in campo la campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza”, realizzata con il patrocinio dell’associazione pazienti Amici Obesi Onlus, centrata su: “The Impossible Gym”, che è arrivata a Milano, al n.5 dell’accogliente Via Vincenzo Capelli, aperta al pubblico fino al 1° dalle 11.00 alle 20.00.
“The impossible Gym” rappresenta visivamente le sfide quotidiane affrontate da chi vive con l’obesità. All’interno dei locali, attrezzi da palestra resi inutilizzabili da elastici gialli simboleggiano la “resistenza” del corpo al calo ponderale, un fenomeno biologico che rende particolarmente difficile perdere peso e mantenerlo nel tempo. Un’esperienza immersiva che raffigura gli ostacoli fisici, biologici e psicologici con i quali devono convivere ogni giorno le persone con obesità.
Per tutta la durata dell’iniziativa saranno presenti dietisti qualificati per rispondere alle domande dei visitatori, che potranno calcolare il proprio Indice di Massa Corporea (BMI) utilizzando una bilancia dedicata. All’interno anche un fitto calendario di incontri informativi con medici specialisti e rappresentanti dell’Associazione Amici Obesi Onlus per approfondire le tematiche legate alla gestione della patologia.
Oggi in Italia un adulto su due è in sovrappeso (circa 23 milioni) o affetto da obesità (circa 6 milioni, il 12% della popolazione). In Lombardia si stimano 2.617.000 persone in sovrappeso e 883.000 con obesità, con una prevalenza leggermente al di sotto della media nazionale (dati ISTAT 2022). Nelle regioni settentrionali, secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Sovrappeso e obesità nella popolazione adulta in Italia), l’obesità è in leggero aumento (dal 9% all’11% tra il 2008 e il 2021).
Si assiste ad una impennata dei numeri dell’obesità, in crescita a livello globale, con un lentissimo assestamento sotto osservazione nei Paesi Occidentali, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla da tempo di “Globesità”; l’impatto sulla qualità della vita e sui costi sociali e sanitari è allarmante, al punto che le principali agenzie di salute pubblica considerano l’obesità come una delle principali sfide per i sistemi sanitari mondiali, paragonabile ai tumori e alle malattie cardiovascolari.
Perdere peso è la cosa più difficile per chi soffre di obesità e non è una questione di forza di volontà, ma di come funziona il nostro corpo.
La quotidianità che vive una persona affetta da obesità è complicata e difficile, caratterizzata in molti casi da una sensazione di profonda
solitudine, incomprensione, senso di colpa e percezione di perdita di autocontrollo. Questo genera un circolo vizioso che può portare l’individuo a perdere il contatto con l’esterno anche a causa dello stigma, del senso di inadeguatezza e della vergogna. Sono necessarie una nuova narrativa dell’obesità e azioni strategiche forti ed efficaci. Secondo il documento “Obesità in Italia. Percezioni, costi e sfide per il futuro”, realizzato nel 2024 da IPSOS, I-COM e Università del Piemonte Orientale (UPO) con il contributo di Lilly, meno della metà degli italiani riconosce l’obesità come patologia cronica e fattore di rischio di altre patologie, mentre per più della metà l’obesità è il risultato di cattive abitudini e solo un fattore di rischio per altre patologie. Un quadro che favorisce lo stigma e rende urgente un cambio di prospettiva e politiche più coraggiose. Emerge anche quanto, nell’immaginario collettivo, l’obesità sia considerata una “colpa” dell’individuo e della mancanza di volontà: lo pensa il 64% del campione.
“L’eccesso di peso viene vissuto in maniera diversa da persona a persona e le caratteristiche di ogni individuo fanno sì che l’obesità venga vissuta attraverso svariate manifestazioni e reazioni. In generale, però, nessuna persona obesa è contenta della propria condizione, anche se in apparenza vive la situazione con il sorriso e persino con allegria – dichiara Iris Zani, Presidente Associazione Amici Obesi – La maggioranza delle persone è convinta che l’obesità sia una responsabilità e una colpa dell’individuo, legata ad una alimentazione eccessiva e non salutare. Purtroppo, l’obesità non è ancora ritenuta ‘patologia’ a livello istituzionale: al momento è avvenuto l’inserimento nel Piano della cronicità ma non ancora all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza. Il principale ostacolo è proprio la mancanza di un riconoscimento ufficiale dell’obesità come malattia, alla cui origine giocano una serie di determinanti e variabili che vanno ben oltre la forza di volontà. Campagne di comunicazione come questa promossa da Lilly sono fondamentali per aumentare la conoscenza dell’obesità come malattia e
l’impatto di essa sulla vita quotidiana delle persone che ci convivono”.
Sebbene l’obesità rappresenti una minaccia per la sostenibilità sociosanitaria ed economica del Paese, per decenni non è stata riconosciuta
come una patologia cronica prioritaria nell’agenda politica. A prevalere è stata piuttosto una rappresentazione dell’obesità legata all’estetica e dunque conseguente a “cattivi” stili di vita e comportamenti colpevolizzanti, piuttosto che la considerazione di una malattia
multifattoriale scientificamente provata. Negli anni più recenti questo scenario sta subendo un’evoluzione, con una crescente attenzione delle Istituzioni verso la patologia.
Lilly è storicamente impegnata nel contrasto delle principali patologie croniche, tra cui diabete e obesità, con la ricerca e lo sviluppo di farmaci in queste aree al fine di mettere a disposizione terapie sempre più innovative per una migliore gestione della patologia, know-how che si è esteso recentemente proprio nell’ambito dell’obesità, malattia cronica complessa legata a molteplici fattori e non semplicemente una conseguenza di stili di vita scorretti.
“Con la campagna ‘Perdere peso non dipende solo da te’ Lilly ribadisce il proprio impegno nel favorire il riconoscimento dell’obesità come una malattia cronica, con un forte impatto sulla vita di chi l’affronta – dichiara Elias Khalil, Presidente e Amministratore Delegato Italy Hub di
Lilly – l’installazione ‘The Impossible Gym’, che raggiunge Milano dopo la prima tappa di gennaio a Roma, simboleggia le sfide quotidiane delle persone con obesità, sensibilizzando il pubblico e promuovendo empatia: l’obiettivo è quello di rompere gli stereotipi che troppo spesso circondano le persone che convivono con l’obesità, alimentando un circolo virtuoso di informazione e consapevolezza”.
La campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza” è supportata dal sito www.patologiaobesita.it nel quale si possono reperire maggiori informazioni e approfondimenti per comprendere l’obesità, conoscere il percorso per la perdita di peso e i diversi approcci alla gestione del peso, oltre a materiali utili nel confronto con il medico.