Negli Stati Uniti il 25 novembre di quest’anno arriva il giorno del ringraziamento. E’ una festa che si celebra il quarto giovedì di novembre di ogni anno. Tradizionalmente era un momento per ringraziare per tutto il sacrificio e il duro lavoro svolto per il raccolto.
Ai giorni nostri, le persone si prendono una pausa dal lavoro (fine settimana di 4 giorni a partire da giovedì) e trascorrono del tempo con la famiglia e gli amici durante una grande festa che vede sulla tavola il famoso “tacchino ripieno”.
E’ una festa come un’altra. La scusa per farsi qualche bella abbuffata. Ma non va sottovalutata, anzi se possibile va condiviso lo spirito originario della festa che è quello appunto di mostrare gratitudine a chi ci è stato vicino, lavorando con noi, aiutandoci all’interno delle nostre famiglie ma anche delle nostre organizzazioni.
I gesti di riconoscenza, di apprezzamento verso le persone sulle quali facciamo affidamento ogni giorno sono importanti per rafforzare la coesione nell’ambito delle famiglie, dei team e delle organizzazioni aziendali. Non si tratta, quindi, di una festa banale e forse varrebbe la pena introdurla anche nel nostro Paese (certamente meglio di Halloween) e nelle nostre imprese.
Questa festa potrebbe consentirci qualche riflessione su di noi e su chi ci sta vicino. Ad esempio, rivolgersi a coloro che collaborano con noi pronunciando un semplice “grazie”, riconoscere quali sono le loro qualità, sulle quali possiamo fare affidamento, dedicare loro attenzione, senza chiedere nulla in cambio.
Sono momenti di connessione sociale importanti che rivalutano i rapporti umani spesso sacrificati da tutto ciò che passa per il digitale. L’interazione con gli altri, oggi reso ancor più difficile dalla pandemia, significa relazione, scambio, e aumenta quella “speed of trust” velocità della fiducia che consente di riconoscersi appartenenti allo stesso nucleo sociale e offre sicurezza e coraggio per affrontare gli obiettivi che ci siamo posti per il futuro.
E’ stato scritto un libro sul concetto di “velocità di fiducia” da Stephen M.R, Covey, il quale sostiene che la fiducia è “la risorsa più trascurata, fraintesa e sottoutilizzata per migliorare i rapporti tra le persone e le loro prestazioni. Il suo impatto, nel bene e nel male, è drammatico e pervasivo. È qualcosa a cui nessuno può sfuggire”. Per fortuna, è anche la cosa che ognuno di noi può migliorare cominciando a metterla in pratica da subito.
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