di Carlo Radollovich
Dopo le razzie compiute la scorsa estate (alcune pecore, un paio d’asini) e il suo recente vagabondare tra la Valtellina e la Valcamonica, si sono perse le tracce dell’orso M25. In effetti, da alcuni giorni il suo radiocollare, collegato al sistema satellitare GPS, non invia alcun segnale.
Cosa potrebbe essere accaduto ? Sono state avanzate alcune ipotesi (bracconaggio, avvelenamento, addirittura sincope), ma un motivo sembra prevalere: è probabile che il plantigrado, considerato il cibo assai scarso di questa stagione e l’incipiente freddo anche se non ancora rigido, abbia optato per la scelta di una comoda tana e che sia andato in letargo.
Ma mentre lo pensiamo al calduccio, circondato da molto fogliame e altri vegetali, ci chiediamo perché sia stato battezzato con la curiosa sigla M25.
E’ presto detto. Da alcuni anni, l’identificazione degli orsi avviene con una numerazione progressiva, inserendo una M se l’animale è maschio oppure una F se femmina.
L’orso bruno, dal folto mantello e munito di robusti artigli superiori ai 15 centimetri, con un peso che si aggira mediamente sui 130 chilogrammi, è ormai un ospite fisso delle nostre Alpi. La sua tipica andatura caracollante e pacioccona non deve trarre in inganno: possiede una straordinaria agilità e, se in pericolo, è in grado di raggiungere velocità superiori ai 30 km/ora.
Non possiede una buona vista, ma questa “anomalia” è ampiamente compensata dal suo straordinario olfatto: può seguire una traccia odorosa anche per chilometri.
Passa gran parte della sua esistenza alla ricerca di cibo. Si alimenta prevalentemente di frutta (mele, pere, con grave disagio degli agricoltori) di mirtilli, semi vari, radici, ma anche di prugne, mais, avena e uva. Purtroppo, per esigenze proteiche dettate dal suo fisico, si alimenta anche di carne, generando più di un danno tra allevatori di pecore e di capre. Va però sottolineato che gli “scontri” con persone sono considerati rarissimi: infatti, non aggredisce mai l’uomo, a meno che venga attaccato o disturbato quando è in compagnia dei propri cuccioli.
Un tempo animale diurno, oggi è diventato pure notturno, perché si trova particolarmente a suo agio quando calano i rumori provocati dall’uomo.
E quando il cibo comincia a scarseggiare, le giornate si accorciano e il freddo si fa pungente ? Ecco sorgere il desiderio di isolarsi e di bypassare l’inverno con un lungo sonno (letargo). Alcuni scavano la propria tana nel terreno, altri si cercano un confortevole rifugio, con dimensioni interne ridotte per garantire una termoregolazione ottimale del corpo.
E’ forse in uno di questi luoghi che il nostro orso M25 sta per addormentarsi tra le braccia di Morfeo ? Se sì, lo sapremo soltanto la prossima primavera…