giovedì, Novembre 21, 2024
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I dubbi sul futuro dello stadio di San Siro

Prima dei campionati mondiali del 1990, si decise di effettuare un ulteriore ampliamento dello stadio (terzo anello) e cioè una nuova sopraelevazione sostenuta da undici torri cilindriche. Si pensava, in tal modo, di aver raggiunto il top della costruzione, che avrebbe potuto ospitare oltre 80 mila spettatori.

Per la maestosità della struttura e la sua ricca storia calcistica, venne battezzato dai media e dal pubblico sportivo “la Scala del calcio italiano”, complimento rivolto agli architetti anche da parte inglese e francese. E a proposito di questo riferimento musicale, va ricordato che lo stadio ospitò pure importanti eventi, tra cui Bob Marley, Carlos Santana, Bob Dylan, Bruce Springsteen e altri ancora.

Nel 2008 furono eseguiti lavori di riqualificazione, di breve durata, per adeguare lo stadio stesso a specifiche normative della Uefa. Tutto adeguato e pronti a ripartire senza incorrere in altri problemi ? Purtroppo no. Nel 2013 Milan e Inter chiesero alle autorità di rammodernare il Meazza, affiancando alla struttura l’area dell’ex Trotto.

Nel 2019, dopo vari tira e molla, il Piano di Governo del Territorio (PGT) decise di separare sulla carta queste due aree. Ma ecco una novità a seguire: nello stesso anno i club milanesi presentarono un preciso progetto con l’intenzione di dar vita ad un nuovo stadio.

E nel 2023 si ipotizzò una chiara e netta divisione di pareri e cioè il Milan avrebbe voluto creare per se’ un nuovo stadio a San Donato, mentre l’Inter avrebbe preferito dirottare i propri tifosi verso uno stadio da crearsi a Rozzano.

In questi giorni interviene il sindaco Sala, il quale propone a Milan e Inter di continuare ad usufruire dello stadio di San Siro, sottolineando che la ristrutturazione dello stadio costituirebbe la soluzione più logica.

Egli lancia comunque la possibilità di percorre tre vie: la prima riguarderebbe la realizzazione dei lavori da parte del Comune, concordando con le squadre il da farsi. La seconda sarebbe quella di eseguire i lavori prendendo precisi accordi con le società, tuttavia con l’intesa di andare a rintracciare una partnership di spicco.

La terza, forse la più razionale, riflette l’eventuale cessione del diritto di superficie dello stadio al Milan e all’Inter, fissando un termine molto in là nel tempo. Ora il sindaco attende una precisa risposta dalle due squadre, considerando tra l’altro che la ventilata ipotesi di un referendum tra i cittadini è definitivamente tramontata poiché il Collegio dei Garanti di Palazzo Marino ha nuovamente rifiutato tale richiesta.


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