Il Veneto, ieri pomeriggio, è stato colpito da intense e violente grandinate, che si sono soprattutto verificate nelle province di Vicenza, Treviso, Padova e Venezia. Dal cielo sono piovuti chicchi che, come da parecchi anni non si riscontrava, misuravano sino a undici centimetri di diametro, in pratica grossi come palline da tennis, e precipitati a terra ad una velocità molto vicina ai 200 km/orari.
Alcuni cittadini, colti all’improvviso da questa furia di elementi, hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso; i feriti, per fortuna con lievi conseguenze, sono stati oltre cento. E il presidente della Regione, Luca Zaia, ha firmato lo stato d’emergenza dal quadro quasi apocalittico.
Infatti, si è tenuto conto dei vetri infranti delle abitazioni, delle auto danneggiate e soprattutto dei gravi danni provocati alle colture. Ma questo incredibile “stato d’assedio” atmosferico è stato vissuto stamattina anche in Brianza, con punte persino su Milano.
Ci si chiede perché queste grandinate, particolarmente impetuose e pesanti, possano verificarsi nel nostro Paese e non solo. La risposta è chiara: quando una massa d’aria calda si spinge verso l’alto, incontrando poi aria fredda al di sopra dei cinquemila metri circa, tende a ghiacciarsi formando chicchi di grandine.
Ma quando la calura estiva è decisamente alle stelle, come in questi giorni, i chicchi vengono spinti nuovamente verso l’alto ghiacciandosi supplementarmente, per poi precipitare al suolo con dimensioni più grandi rispetto al consueto. Perciò, dopo ondate di caldo record, ecco spiegati i fenomeni estremi che si sono verificati.
Ma l’argomento di fondo non riguarda soltanto le violenze atmosferiche che abbiamo subito. E’ il climate change (cambiamento climatico) che dobbiamo cercare di modificare, coinvolgendo tutte le nazioni orientali e occidentali, affinché la protezione dell’ambiente possa essere svolta in modo molto più efficace e idoneo.