lunedì, Novembre 18, 2024
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Gli umiliati, antica congregazione religiosa

Chi fossero gli Umiliati ce lo narra lo storico e teologo Giacomo da Vitry (1165 – 1240) nel suo libro “Historia Occidentalis”. Li aveva conosciuti da vicino nel corso di un suo soggiorno a Milano nel 1216 e scriveva: “Vi sono alcuni santi uomini e pie donne che dai laici son detti maliziosamente patarini, mentre il sommo pontefice, che ha concesso loro la facoltà di predicare per combattere gli eretici, li chiama Umiliati.

(…) Si raccolgono nelle loro case, vivono del lavoro delle proprie mani. (…) Sono perfetti nella loro fede ed efficaci nelle opere. Questa congregazione religiosa è tanto cresciuta, che nel solo vescovado di Milano hanno fondato 150 case di uomini e di donne, separati gli uni dalle altre, senza contare quelli rimasti nelle loro famiglie”.

Per la verità, papa Lucio III li condannò come eretici nel 1184 perché alcuni membri contestavano certe regole cristiane, anche se poi gli Umiliati vennero reintegrati da papa Innocenzo III con apposita bolla.

Intanto essi continuavano a battersi contro lo strapotere del padronato, difendendo lo sfruttamento degli operai, attivi nell’industria della lana. Questi ultimi dovevano portare a casa la materia prima da lavorare per poi riportare i vari manufatti all’imprenditore.

Ma all’inizio del secolo XIII le cose mutarono e gli Umiliati si accingevano a formare una vera e propria forma di proletariato, in condizioni di chiara inferiorità rispetto ad altri mestieri. Fu allora che numerosi artigiani lanaioli, per sottrarsi allo sfruttamento, si riunirono in una speciale associazione consentita dalla legge.

Fu così che gli Umiliati, organizzandosi, iniziarono ad eseguire autonomamente tutte le operazioni relative alla lavorazione della lana e vendevano i loro prodotti, di ottima fattura, a prezzi decisamente concorrenziali.

Essi incassavano, con il trascorrere degli anni, proventi sempre più di spicco grazie alla vendita di panni e in particolare di tessuti. Giungevano richieste di merce da moltissime località e questo fiorente commercio consentì loro di acquistare parecchi terreni e pure edifici. Giunsero persino a prestare soldi ad alcuni Comuni.

Fondarono un’artistica ed elegante abbazia a Viboldone (oggi frazione di San Giuliano Milanese), eretta in stile gotico / romanico – vedi foto.

Ma le grandi ricchezze accumulate dagli Umiliati nel corso di circa tre secoli non potevano non essere considerate da quell’umile e pio arcivescovo di nome Carlo Borromeo. Venne deliberato di porre fine alle loro attività sotto una quanto meno discussa bandiera religiosa (anche considerando certi scandali verificatesi sempre più frequentemente tra gli opulenti confratelli) tanto che il porporato decise di sopprimere la Congregazione nell’anno 1571.

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