di Antonio Barbalinardo
Il 9 maggio scorso è stata celebrata in molte città italiane la Giornata in ricordo delle vittime del terrorismo, giornata scelta da quella che fu la fatidica data del 9 maggio 1978 con l’uccisione dell’onorevole Aldo Moro avvenuta dopo il rapimento del 16 marzo 1978, dove lì furono trucidati dalle brigate rosse gli agenti della sua scorta.
A Milano la ricorrenza, è stata preceduta dalla Santa Messa, nel ricordo delle vittime, celebrata presso la chiesa di San Fedele, adiacente a Palazzo Marino. Dopo, presso la Sala dell’orologio al primo piano di Palazzo Marino si è svolta la commemorazione alla presenza di alcuni familiari delle vittime del terrorismo, delle diverse autorità istituzionali civili e militari, alcune crocerossine, del professore Carlo Smuraglia presidente nazionale dell’ANPI, dell’onorevole Nadir Tedeschi, anche lui una vittima e altre personalità della società civile.
La commemorazione è stata introdotta dal vicesindaco Anna Scavuzzo, che ha portato il saluto e la vicinanza dell’Amministrazione alla commemorazione affinché sia sempre più conosciuta per ricordare queste vittime.
È seguito l’intervenuto di Paolo Silva figlio di Carlo Silva, una delle 17 vittime della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Paolo Silva nella sua riflessione ha riferito che c’è ancora molto da scoprire su quella strage che è stata definita la madre di tutte le stragi di terrorismo e ha letto i nomi delle vittime di quella strage.
Il giovane Matteo Dendena, nipote di Pietro Dendena un’altra vittima della strage di piazza Fontana, Matteo ha riferito che vuole diffondere la memoria di queste vittime poiché della storia delle stragi che si sono susseguiti dal 1969 ad oggi si parla poco e i giovani non conoscono tali tragici eventi, non riportati sui libri di storia; lui l’ha vissuta quotidianamente nel ricordo e nel dolore di famiglia. Il giovane Pietro, ha detto che ha partecipato a Bruxelles presso la Comunità Europea all’incontro internazionale con altri giovani legati alle vittime del terrorismo, adesso lui è un testimone del messaggio per non dimenticare le vittime di stragismo terroristico.
È intervenuto Antonio Iosa, vittima del terrorismo, gambizzato la sera del 1° aprile 1980 presso l’allora sede della Democrazia Cristiana di via Mottarone a Milano. Iosa ha riferito sulla storia delle vittime del terrorismo che non sono solo i grandi nomi o personaggi quali, furono l’onorevole Aldo Moro, il giornalista Walter Tobagi, il magistrato Emilio Alessandrini, il giudice Guido Galli.
La storia riguarda le umili persone che casualmente si sono trovate a essere vittime oltre a tutte quegli uomini e donne delle diverse Forze dell’Ordine che nell’adempimento del proprio dovere sono rimaste vittime. Tutte queste persone avevano la propria famiglia, e il dolore è stato vissuto dopo da tutti i membri della famiglia. Iosa ha anche riflettuto su quello che fu definita dai media “La notte della Repubblica Italiana” riferita ai tragici eventi vissuti dagli anni ’60 fino agli inizi degli anni ’90. Antonio Iosa ha anche riferito della mostra fotografica allestita e inaugurata il 28 aprile scorso presso la Casa della Memoria di via Confalonieri, dove sono riportati diversi pannelli con volti e storie delle vittime scritte direttamente dai figli e parenti delle stesse vittime.
Iosa ha finito il suo intervento riferendo che non bisogna legittimare gli anni di piombo poiché le ferite restano aperte per le vittime che le subirono, lui ne è il testimone che dopo trentasette anni ne è ancora sofferente.
La cerimonia di commemorazione è proseguita con l’intervento di Roberto Saporito figlio di Giuseppe Saporito, operaio dell’Alemagna ucciso nella primavera del 1974, durante una rapina in un ufficio postale, da parte di militanti dei cosiddetti NAP Nuclei Armati Proletari, purtroppo soltanto dopo una lunga battaglia legale condotta dalla famiglia, nel luglio del 2011, suo padre è stato riconosciuto quale vittima del terrorismo. Roberto Saporito ha letto i nomi delle vittime del terrorismo di Milano, della Provincia di Milano e di altri paesi non solo italiani ma anche delle vittime di stragi che sono succedute all’estero.
L’ultimo intervento è stato di Roberto Castaldo, ex ferroviere, testimone e ferito della strage nella Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, lui ancora oggi ha vivo il ricordo nel trauma vissuto al momento dell’esplosione che provocò la morte di 85 vittime. Roberto Castaldo ha letto i nomi delle diverse vittime di stragi: da quella della stazione di Bologna, alla strage di Piazza della Loggia di Brescia, alla strage di via Palestro e altre stragi.