di Carlo Radollovich
Presso il Giardino dei Giusti, al Monte Stella, si è svolta stamattina la consueta cerimonia annuale, alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia, dedicata a persone che difendono elevati ideali umani perché libere nei loro cuori e nelle loro azioni.
Nel giorno in cui si celebra la Festa della Donna, si sono volute ricordare sei donne molto coraggiose, di sicura resistenza morale, mai arresesi ai dolori personali e nemmeno ai turpi tentativi di tacitare le loro proteste.
Le presentiamo in breve.
Sonita Alizadeh, di provenienza afghana, dedica da tempo la sua esistenza alla denuncia di coloro che speculano o promuovono le spose bambine. Lei stessa, a dieci anni, dovette espatriare negli USA per non subire la stessa sorte.
Flavia Agnes, fondatrice di un centro culturale a Mumbai (ex Bombay), si batte con costanza per l’ottenimento dei diritti di base per tutte le donne, siano esse cristiane, musulmane o appartenenti ad altre religioni.
Vian Dakhil, unica deputata irakena facente parte della religione monoteista yazida, minacciata più volte di morte perché difese con un accorato appello diversi correligionari nelle mani dell’Isis.
Halima Bashir, medico nel Darfur (una delle nove province storiche del Sudan), dopo aver subito violenze, anche ai danni della sua stessa famiglia, combatte da vera eroina contro le violenze sulle donne. Per le numerose ritorsioni subite da miliziani governativi dovette rifugiarsi in Inghilterra. Tuttavia non si arrende e scrive articoli denunciando ogni sopruso sulle donne.
Felicia Impastato, con un coraggio da vendere, continuava la sua lotta contro le cosche dopo aver perduto il figlio in un agguato. Grazie ai suoi instancabili sforzi, riusciva a far condannare gli assassini. Deceduta nel 2004, prima di morire invitava ancora una volta i giovani a non piegarsi alle prepotenze mafiose.
Azucena Villaflor, nel 1977, a Buenos Aires, chiedeva giustizia, davanti alla Casa Rosada, per tutte le donne e gli uomini desaparecidos. Uccisa dalla terribile dittatura argentina, otteneva, grazie a tutti i suoi precedenti e nobili interventi, che altre madri protestassero sulla stessa piazza reclamando verità sui numerosi delitti compiuti dal regime. Riposa al centro della Plaza de Mayo.