mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Gian Galeazzo Visconti, alcune vicende

Non è chiaro se Caterina, moglie di Gian Galeazzo, avesse in qualche modo influito sul colpo di Stato, una vera trappola ai danni dello zio Barnabo’, che vide l’imprigionamento dello stesso presso il castello di Trezzo sull’Adda. Resta il fatto che Barnabo’, forse non alimentato correttamente, mori’ sette mesi dopo essere stato incarcerato (dicembre 1385).

Era stato più volte accusato in vita di ingiustizie, feroci atrocità e addirittura di stregoneria, e di aver ordito molti stratagemmi affinché il popolo riconoscesse tutte le buone doti di Gian Galeazzo, meritevole di assumere il titolo di Signore di Milano.

Da morto ricevette tutti gli onori anche a livello internazionale, mentre le sue spoglie venivano trasportate solennemente in città. Furono scolpiti per lui due pregevoli sepolcri, uno dei quali è oggi visibile presso il museo del Castello Sforzesco.

Gian Galeazzo era diventato Signore di Milano alcuni mesi prima della morte di Barnabo’ e ne fu “titolare” sino al settembre 1395. L’investitura a duca avvenne in Sant’Ambrogio nello stesso anno da parte dell’imperatore Venceslao, grazie anche all’esborso di ben centomila fiorini d’oro.

Ricevuta questa carica, oltremodo voluta, Gian Galeazzo assicurava per se’ e per i discendenti un potere inalienabile su venticinque città più le contee di Pavia, Casale e Valenza. Alla figlia Valentina venne elargito un corredo da favola, comprendente tra l’altro numerosi gioielli, ornamenti dorati, pietre preziose e pure artistiche coppe.

Gian Galeazzo avrebbe forse potuto diventare re d’Italia se una terribile febbre pestilenziale non l’avesse ucciso nel settembre del 1402. Aveva chiesto a suo tempo di essere sepolto nella Certosa di Pavia, ma il suo desiderio fu trascinato nel tempo per oltre settanta anni. Infatti, furono necessari alcuni decenni affinché la Certosa stessa venisse completata.

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