di Stefania Bortolotti
La geografia non deve incidere sul destino di una madre. Perché ogni donna, in qualsiasi parte del mondo, dovrebbe poter mettere al mondo il proprio figlio guardando al futuro. Ma non è così. Ci sono donne per le quali l’eventualità di morire dando la vita è un rischio da mettere in conto, gravidanza dopo gravidanza, quasi fosse un finale già scritto. Ma che si deve cambiare. Per questo Medici con l’Africa CUAMM, in Etiopia, nell’ospedale di Wolisso è al fianco delle donne e delle comunità attraverso il progetto “Con il futuro nel cuore”, un’iniziativa a tutela della salute materno infantile, resa possibile grazie al contributo non condizionante di MSD. Il progetto è stato finanziato attraverso una donazione di 750.000 dollari, nell’ambito del programma Global Giving di MSD for Mothers.
Proteggere la salute di una donna significa non solo proteggere la sua vita, ma anche dare concretezza alla parola futuro, della sua famiglia e di quello di un intero Paese. Ed è una responsabilità di tutti, una sfida di salute globale che si può vincere insieme solo se istituzioni, organismi non governativi e soggetti privati mettono in gioco risorse, competenze e volontà. “Con questo progetto che è già concreto e operativo vogliamo essere sul campo ‘con’ e ‘per’ le donne. La tutela della salute materno infantile ha bisogno di servizi e infrastrutture, ha bisogno che le donne possano accedere ad un’assistenza di qualità, ma necessita anche di un grande lavoro culturale sulle popolazioni. È un progetto a lungo termine che si pone proprio questi ambiziosi obiettivi. Siamo convinti che insieme vinceremo questa sfida affinché nessuna donna nel mondo debba più morire nel dare alla luce una nuova vita” hanno detto don Dante Carraro, direttore di CUAMM e Nicoletta Luppi presidente e Amministratore delegato di MSD Italia in occasione della Tavola rotonda di presentazione del progetto. Presenti all’evento anche Ranieri Guerra, Assistente del Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e Mary-Ann Etiebet, Direttore Esecutivo di MSD for Mothers.
L’Etiopia è un Paese che negli ultimi anni ha sempre più su di sé l’attenzione della comunità internazionale perché sta crescendo rapidamente dal punto di vista economico, ma anche demografico e, nei prossimi dieci anni, questa corsa è destinata ad aumentare. Basterebbe questo aspetto per spiegare l’importanza strategica del ruolo della donna.
“Ma in Etiopia ci sono aree rurali dove gli stessi diritti umani delle donne sono messi in discussione e dove le donne sono completamente vincolate alle decisioni del marito o della famiglia, persino per quanto riguarda la loro salute. Bisogna fare molto dal punto di vista culturale per far crescere le donne e per questo la nostra prima azione, sul campo, è quella di instaurare con loro una relazione che vada al di là dell’atto sanitario perché non si può pensare di cambiare le cose se non si diventa parte integrante di una Comunità” spiega don Dante Carraro. Educare una donna a prendersi cura di sé, ma anche dei suoi figli, a saper chiedere aiuto, ad avere fiducia. Sì, la fiducia è importante e si costruisce nel tempo. Il segreto di Cuamm, infatti, è tutto in quel “con” nel suo nome. “Noi andiamo per stare, per stringere un sodalizio che incida profondamente. E per questo ci teniamo a formare il personale, aiutiamo le donne a diventare ostetriche, infermiere. Lavoriamo per lasciare che la gestione passi nelle mani del personale locale. È il nostro modo di stare “con” l’Africa. Anche in questo progetto di tutela della salute materna la chiave è nel “con”. “Con” le donne, ma anche “con” MSD, con la quale condividiamo una visione a lungo termine degli aiuti, fatta di concretezza e impegno” conclude don Dante.
La riduzione della mortalità materna nel mondo è una sfida di salute globale, urgente e fondamentale. Perché non si può immaginare di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030 se non si interviene in modo adeguato su questo fronte. Perché si parla di vita, di futuro. “Parlare di salute, a qualsiasi latitudine, senza parlare di “persone” è impossibile. Perché la tutela della salute è un valore sociale. Va oltre le politiche sanitarie.
Credo davvero che aiutare una donna significhi aiutare un Popolo intero. Il progetto “Con il futuro nel cuore” dell’ospedale di Wolisso è un esempio di cosa sia per noi la Corporate Social Responsabilty: fatti concreti. Conosciamo il bisogno di salute e cerchiamo di risolverlo con le nostre competenze. Lo facciamo non attraverso interventi sporadici, ma, al contrario, con impegno, lavoro e dedizione” afferma Nicoletta Luppi. Ci sono zone del mondo dove, effettivamente, gli ostacoli per accedere ad una assistenza sanitaria di qualità e alle cure mediche, persino quelle di base, è ancora più difficile se non impossibile. Una situazione che rende ogni singola sfida medica una sfida enorme, che non si può affrontare da soli. La salute globale presenta sempre nuove sfide, spesso urgenti, sicuramente difficili da affrontare. E davanti alle quali tutti sono chiamati a fare la propria parte. “Attraverso MSD for Mothers, ci stiamo impegnando per fare in modo che, nel mondo, si ponga fine alle morti materne legate a cause prevenibili. E per fare questo dobbiamo fare in modo che più donne possibili accedano ai due mezzi più potenti che abbiamo: cure appropriate di qualità e contraccezione moderna. Perché gli effetti a catena della morte di una madre sono enormi. Per le famiglie e le comunità sono devastanti. Per questo motivo, dobbiamo investire di più. Un’esperienza positiva durante la gravidanza e il parto può costruire la fiducia di una donna nei confronti del sistema sanitario, e quindi spronarla ed incentivarla a chiedere assistenza sanitaria per se stessa, il suo neonato e la sua famiglia. È quello che chiamiamo “Mom Effect”” spiega Mary-Ann Etiebet.
Il “Fattore mamma” deve contagiare tutta la Società civile, ma, soprattutto, deve essere una spinta per dare vita a collaborazioni costruttive che, con concretezza, affrontino i problemi cercando soluzioni. Come è successo a Wolisso dove “Con il futuro nel cuore” è un progetto già operativo. “Sappiamo tutti che senza comprimere la mortalità materna e senza comprimere, ulteriormente, la mortalità infantile e neonatale non abbiamo nessuna possibilità di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma dobbiamo raddoppiare lo sforzo per avere almeno la possibilità di sfiorare gli obiettivi che, evidentemente, sono ancora difficilmente realizzabili vista la situazione contingente nei singoli Paesi, soprattutto quelli con sistemi sanitari ancora fragili. Il singolo paese non ce la può fare da solo” afferma Ranieri Guerra.