di Stefania Bortolotti
Iniziamo col dire che tutti sudano. Anzi sudare è un meccanismo necessario, che l’organismo mette in atto per mantenere costante la temperatura corporea e per evitare la disidratazione. Quando la colonnina del mercurio sale, è quindi normale sudare di più. Infatti è d’estate che il sudore crea maggiori imbarazzi.
Non tutti sanno, però, che il sudore, di per sé, non ha un cattivo odore. “La pelle inumidita dal sudore crea una specie di serra data anche dalla piega cutanea, ideale per la crescita di germi che qui si moltiplicano, muoiono, macerano e insieme alle cellule morte, vanno incontro a fenomeno di putrefazione. È questo fenomeno che crea il cattivo odore”, spiega il Dottor Dario Tartaglini, Direttore Sanitario di BETAR MEDICAL – Centro Specializzato in Medicina Estetica di Milano.
L’odore diventa ancora più pungente se si indossano tessuti sintetici che non fanno respirare la pelle e se l’igiene personale non è adeguata. “Le ghiandole responsabili del sudore – afferma Tartaglini – sono di due tipi, le ecrine e le apocrine. Le prime, sparse in tutto il corpo, ma in particolare sulla fronte, sul palmo delle mani, sui piedi, secernano un liquido costituito da acqua, sali e acidi che è completamente inodore. Le seconde, invece, concentrate nel cavo ascellare, intorno ai capezzoli e nella zona del pube, e che entrano in attività solo dopo la pubertà, producono un liquido denso, biancastro, ricco di grassi e di proteine che, a contatto con i batteri, provoca, appunto, uno sgradevole odore”.
Igiene in primo piano
Col caldo si tende a lavarsi più spesso. Buona abitudine, a patto di scegliere il detergente giusto. “Se per lavarsi si utilizzano prodotti aggressivi e in quantità, si rischia di impoverire il film idrolipidico della pelle, rendendola meno forte nei confronti degli agenti dice Tartaglini, che puntualizza: “I detergenti ideali sono quelli acidi perché bloccano l’eccessiva crescita batterica”. Per assicurarsi un’igiene adeguata alla calura estiva, è sufficiente una doccia mattutina, seguita da un paio di lavaggi durante la giornata.
“Il deodorante va applicato preferibilmente una volta al giorno, suggerisce Tartaglini. Quelli che non contengono alcol e in versione latte, in roll-on e in stick possono anche essere usati due, tre volte, ma solo dopo aver deterso le ascelle”. Un uso smodato di prodotti più aggressivi può creare spiacevoli irritazioni. Il deodorante va comunque sempre usato. La semplice detersione non può arrestare la degradazione batterica ed evitare il cattivo odore. Il deodorante per essere efficace, va applicato o spruzzato sulla pelle e non sugli abiti. In caso le ascelle non siano depilate, è meglio scegliere il prodotto spray.
E per quanto riguarda i peli superflui? Ecco alcuni quesiti inviati alla redazione dalle lettrici su questo fastidioso inestetismo.
Dottor Tartaglini, è vero che la depilazione con la lametta fa ricrescere i peli fitti e duri?
No, non è vero. Il pelo ha una struttura conica, simile a una punta di matita. Spezzandolo con la lametta si elimina solo la punta, cioè la parte più sottile e rimane quella a tronco di cono, la parte più grossa, che quindi è anche la più “dura”. Si tratta, però, di una situazione temporanea, perché il pelo, ricrescendo, ritorna alla sua struttura iniziale.
Parliamo ora di epilazione, ovvero la metodica che – a differenza della depilazione che elimina solo la parte del pelo che fuoriesce dalla cute – rimuove il pelo alla radice. Tecnica che viene effettuata con il laser.
Il Laser è in grado di raggiungere rapidamente risultati ottimali e permanenti. Permette di agire direttamente sulla matrice, la struttura cellulare situata alla base del follicolo pilifero, quella responsabile della formazione e crescita del pelo. Il laser rimuove in modo permanente i peli indesiderati, in ogni parte del corpo, attraverso sedute veloci e dai costi abbastanza contenuti.
Per l’epilazione, meglio il laser o la luce pulsata?
Entrambe le tecnologie si basano sulla foto-termolisi selettiva, in cui l’energia assorbita da un cromoforo (la melanina del pelo) si trasforma in calore, surriscaldando i peli e lasciando inalterata la pelle circostante. Il laser genera onde luminose unidirezionali e monocromatiche, cioè di una sola lunghezza, mentre la luce pulsata utilizza una sorgente luminosa ad ampio spettro, ossia con diverse lunghezza d’onda. In linea teorica è meglio la luce laser, perché più precisa e selettiva.
Quali sono i plus del laser rispetto alla luce pulsata?
Il laser è più selettivo sul follicolo pilifero e offre un trattamento più confortevole. Il laser emette un’energia uniforme ed omogenea debellando nella stessa seduta molti più peli “attivi” rispetto alla luce pulsata. Inoltre il laser si usa 365 giorni all’anno, mentre con la luce pulsata si deve sospendere il trattamento durante l’estate.
Il laser funziona su tutte le zone e le tipologie di pelo?
Quando il pelo è bianco non si può agire, come in caso di malattie oncologiche in corso. Si possono trattare tutte le parti di corpo e viso, ad eccezione della zona perioculare.
Dottor Tartaglini, quante sedute servono e con quale cadenza per ottenere buoni risultati?
Dalla prima seduta si vedono già dal 30 al 40% dei risultati. Le sessioni variano da 6 a 8 per il corpo a distanza di due mesi, mentre per il viso dipende dal tipo di pelo e da eventuali problemi, tra cui ipertricosi e irsutismo.