di Antonio Barbalinardo
Quanti focolai di guerra ci sono nelle diverse parti del mondo? L’elenco che ne seguirebbe sarebbe molto lungo! Quello che sta emergendo di più in questi giorni è l’aggravarsi della situazione nel Medio Oriente circa la critica situazione nella Striscia di Gaza e nel territorio circostante.
Preoccupa, inoltre, quanto si è verificando nell’Ucraina a seguito dell’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines, dove 298 persone sono diventate improvvisamente morti di una guerra a loro estranea.
Nel Medio Oriente e nell’Ucraina, si stanno svolgendo due storie di violenza e di guerra che sono due focolai che corrono quasi in parallelo non solo come lotte interne di popoli, ma quello che è grave è che la loro guerra oggi potrebbe diventare guerra di tutti per il coinvolgimento internazionale che ne potrebbe scaturire.
Nel Medio Oriente, da quando si sono inaspriti i rapporti e sono aumentate le tensioni interne, nell’arco di pochi giorni i morti sono diventati oltre 400, in buona parte civili e molti bambini.
In Ucraina i morti dei giorni scorsi, causati dalla guerra interna, ritenuta locale, per eccesso di difesa del proprio spazio aereo, un missile terra-aria è stato lanciato su un bersaglio che purtroppo non era un obiettivo militare, ma un aereo di linea che sorvolava, a 10 mila metri di altitudine, quale limite di quota consentito per sorvolare sugli spazi aerei sulle aree belliche o ritenute zone a rischio bellico. Così, nel cielo Ucraino, nel brevissimo tempo di pochi istanti 298 persone sono morte poiché qualcuno ha deciso di colpire quel bersaglio bellico che solo dopo si è scoperto, essere un aereo di linea con passeggeri civili. La casualità, il destino o il fato in questo caso non centrano poiché nella lotta interna Ucraina nella formula difensiva dello spazio aereo è partito comunque quel missile che ha abbattuto l’aereo civile dove viaggiano delle persone in viaggio per affari, per vacanze, per convegni, tra queste vittime, c’erano 80 bambini.
Come sempre adesso le diverse fazioni coinvolte si rimballano la responsabilità dell’accaduto, sarà un’altra storia come quella di Ustica del 27 giugno 1980? Anche allora ci fu una strage di 81 innocenti passeggeri.
Papa Francesco non smette di lanciare il suo grido di dolore e di richiamare tutti alla pace e al dialogo, così ha chiamato telefonicamente l’ex presidente Israeliano Simon Peres e il leader Palestinese Abu Mazen affinché possano intervenire e mediare per una risoluzione e far smettere le armi. E pensare che proprio Papa Francesco, poco più di un mese fa aveva voluto incontrare i due anziani rappresentanti d’Israele e della Palestina nei giardini Vaticani per pregare insieme a loro e altri rappresentati delle diverse religioni per porre fine alle ostilità proprio in quella “terra santa“ del Medio Oriente.
Purtroppo le ostilità continuano nonostante tutta la buona volontà, la mediazione e le preghiere di Papa Francesco, dove ha ancora oggi fatto un altro appello per Gaza e l’Ucraina e ha detto: “…Basta violenza, dialogo per la pace ….. La violenza non si vince con la violenza ma con la pace…”.
Si arriverà alla pace in Medio Oriente, in Ucraina e nelle altre località purtroppo dimenticate, dove ogni giorno continuano i fuochi di guerre? Chi alimenta questi conflitti? Chi produce le armi? Chi fornisce loro le armi per questi conflitti? Se smettessimo di produrre le armi, producessimo vomeri per arare il terreno, falci per falciare il grano? Sì, forse è un solo pensiero utopistico e irrealizzabile, ma bisogna tutti crederci e sperare in un futuro che si possa raggiungere quella “Pacem in Terris” che già cinquant’anni invocava e scriveva San Papa Giovanni XXIII.
Abbiamo assistito alle celebrazioni commemorative del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia momento che ha consentito la fine del Secondo Conflitto Mondiale e ancora da pochi giorni sono state avviate le celebrazioni in ricordo del centenario della Prima Guerra Mondiale. Cosa ci hanno insegnato questi due grandi conflitti che hanno portato la distruzione e la perdita di milioni di persone in tutte le parti del mondo? Niente poiché i focolai di guerre sono molti e continuano!
Dobbiamo riflettere tutti ancora di più e tutti dobbiamo continuare a sperare non solo sulla mediazione instancabile di Papa Francesco, ma anche dell’intervento del segretario Generale delle Nazioni Unite Ban-Ki-Moon, della mediazione del presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, del presidente della Federazione Russa Valdmir Putin e di tutti i capi di Stato e di Governo che con la mediazione dei propri Diplomatici. Tutti questi interlocutori devono svolgere quell’opera di mediazione affinché si possa arrivare a intese e risoluzioni diplomatiche che pongano fine a questi conflitti anche fratricidi dello stesso popolo nelle diverse parti del mondo, e in questo particolare momento in Medio Oriente e in Ucraina.
Assistiamo quotidianamente allo sbarco nel mare di Sicilia e della Calabria di tantissime persone che scappano dal proprio Paese, molto spesso arrivano già morti prima dello sbarco. Arrivano così nelle nostre città: siriani, eritrei e palestinesi, persone di ogni età compresi bambini di pochi mesi.
È colpa di queste persone se scappano da questi luoghi di guerra? Riflettiamo su questo e speriamo tutti in una tregua in attesa di una vera pace.