di Carlo Radollovich
Grazie ad una particolare situazione di magra del corso d’acqua, sono riemersi nei pressi di Turbigo, tra lo stupore di studiosi e appassionati di storia locale, una ventina di pali disposti a semicerchio che erano stati conficcati nel letto del fiume in epoca medioevale.
Si ritiene che tali pali, forse ricavati da tronchi di rovere e del diametro di circa venti centimetri, possano testimoniare la presenza di un piccolo porto fluviale. È probabile che i barcaioli di molti secoli fa, in località Molino del Pericolo, li usassero per fissarvi le proprie imbarcazioni, in attesa di caricare e scaricare merci o addirittura di traghettare sulla riva opposta, dietro compenso, tutti coloro che ne facevano richiesta.
Nelle prossime settimane, secondo quanto si afferma in loco, si effettuerebbe l’esame con Carbonio 14 su una parte dei legni, per poter determinare la datazione esatta dei pali.
L’esame con Carbonio 14 rese possibile, alla fine del secolo scorso, la determinazione dell’età di un ponte medioevale, poi battezzato Ponte dei Torriani, riaffiorato sul Ticino dopo un periodo di secca, sempre nelle vicinanze di Turbigo. Era stato espressamente commissionato dalla nobile famiglia milanese e andò distrutto per effetto di un’ incursione dei novaresi.
La secca che oggi coinvolge il Ticino non risparmia nemmeno il lago Maggiore, che evidenzia un livello delle proprie acque al di sotto dello standard (circa 15% in meno). È già scattato un primo allarme per fauna e flora lacustri.