domenica, Ottobre 5, 2025

“Fermiamoli”, un grido di solidarietà sfida il silenzio del mondo musicale

In un panorama spesso dominato da conformismo e paura di esporsi, il nuovo progetto musicale “FERMIAMOLI” mostra una indubbia coerenza e coraggio. Non è solo una canzone ma vuole rappresentare un manifesto d’impegno, una denuncia potente e una dichiarazione di solidarietà contro il genocidio che sta devastando Gaza.

Firmato da tre artisti che hanno fatto dell’autenticità e dell’integrità la loro bandiera, “FERMIAMOLI” rompe gli schemi di un mondo musicale troppo spesso schiavo del mercato e della censura. La scelta di rivisitare un classico dei Gang, storica band folk rock, con il benestare del leggendario Marino Severini, dà ulteriore forza al messaggio: una lotta contro uno dei più drammatici eventi di oggi che coinvolge il popolo palestinese.

Fabio Nardelli, ovvero Uniplux, porta con sé decenni di militanza punk-rock e impegno sociale, non solo sul palco ma anche come psicologo impegnato nelle battaglie contro l’ingiustizia e le istituzioni oppressive. Accanto a lui, Andrea Ra, il “Les Claypool italiano”, volto riconosciuto della scena alternative rock, continua la sua battaglia contro ogni forma di fascismo moderno con il suo approccio musicale denso di significato e resistenza civica. A completare questo audace progetto, Gianna Chillà, con la sua voce graffiante e unica, regala un’anima vibrante e autentica al brano, portando con sé un bagaglio di esperienza internazionale e una profonda sensibilità civile.

“FERMIAMOLI”, quindi, non solo musica, ma un atto di ribellione che invita a riflettere e a non abbassare il capo in un’epoca in cui il coraggio di dissenso diventa sempre più raro. Un progetto che, con forza e passione, rivendica l’arte come strumento di verità, libertà e partecipazione.

Speriamo che questo contributo musicale possa affiancarsi e dare forza all’iniziativa partita in questi giorni – Global Sumud Flotilla – che unisce 44 paesi in un duplice obiettivo: rompere il blocco navale su Gaza, ma anche dare a tutto il mondo un messaggio di resistenza nonviolenta.

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