di Carlo Radollovich
Purtroppo, il caso Acerbo, riguardante l’ingegnere che, avendo ricevuto un avviso di garanzia, ha deciso di dimettersi dalla sua carica, continuando tuttavia ad essere direttore del Padiglione Italia, probabilmente rimette di nuovo in discussione l’Albero della vita e cioè il simbolo della manifestazione internazionale.
Insomma, l’ennesima fumata nera complica la realizzazione dell’opera, che verrebbe posta artisticamente al centro di un caratteristico laghetto e perciò fonte di indubbia attrazione.
A questo punto si ipotizza che l’intero progetto riguardante l’Albero possa essere affidato ad Expo, come sottolinea Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. L’intero “disegno” verrebbe perciò consegnato alla squadra del commissario unico Giuseppe Sala, la quale dovrà decidere come muoversi, nel modo più concreto possibile, per giungere finalmente al compimento dell’opera.
Una cosa è purtroppo certa, indipendentemente dal prosieguo di ogni impostazione del progetto: siamo già decisamente in ritardo, considerando che avremmo dovuto iniziare con i lavori in agosto e ora abbiamo già abbondantemente superato la metà di settembre. Inoltre, non sono ancora stati emessi i bandi al fine di valutare le offerte più convenienti.
Ci si chiede ancora se, chiudendo le gare a fine novembre (come giorni fa ventilato), si possa davvero iniziare a costruire subito dopo Natale per poi erigere definitivamente il tutto entro il mese di febbraio.
Ricordiamo che, oltre alla struttura in legno e acciaio più volte citata, si dovranno pure applicare le numerose e complesse tecnologie per i giochi di luce e di colore.
Per concludere, i dubbi continuano ininterrottamente a sorgere e l’uomo della strada si chiede se questo costosissimo Albero prenderà finalmente forma.
Nella circostanza, non possono non venire in mente i giudizi espressi da Vittorio Sgarbi, precisamente quando, giorni fa, accennava all’opera “inutilmente dispendiosa”, simboleggiante un’Italia che “non esiste”…