di Carlo Radollovich
Una torre in acciaio e legno, alta 35 metri, ispirata al disegno di Michelangelo per il Campidoglio, un vivo richiamo alle bellezze artistiche d’Italia e soprattutto uno sprone per tutti noi, affinché ci si possa finalmente riprendere da una crisi che ci attanaglia da troppo tempo.
Ecco, sino a qualche settimana fa, ci era stato presentato in questo modo l’originale simbolo della manifestazione universale di Milano: l’Albero della vita. E con la fantasia avevamo già ipotizzato un buon tratto di percorsi ideali, ricchi di immagini, di luci e di suoni, che avrebbero costituito un’autentica meraviglia da sottoporre a milioni di visitatori e operatori.
Purtroppo, sino ad oggi, non si sa ancora se questo “Albero magico” (il cui allestimento doveva assolutamente iniziare entro agosto) potrà prendere corpo al centro di un piccolo lago artificiale, appositamente creato per Expo. I pareri si scontrano. Diana Bracco presidente di Expo, dice che si farà, senza alcun dubbio, anche se saranno attuate modifiche rispetto al progetto originale, considerati soprattutto i tempi ormai stretti (e contemporaneamente lancia un appello affinché i tanto dibattuti bronzi di Riace possano essere trasferiti a Milano per il periodo maggio-ottobre 2015).
Giuseppe Sala, commissario unico per Expo, decisamente scontento per le dichiarazioni troppo ottimistiche della signora Bracco, ricorda anzitutto che, per la realizzazione dell’Albero non è stata istituita neppure una gara e poi c’è ancora da risolvere la controversia relativa al direttore artistico dell’opera, Marco Balich. Infatti, sembrerebbe che Balich, mesi fa, avesse dichiarato di non voler essere pagato. Per contro, la Coldiretti, in qualità di sponsorizzatrice per Expo, avrebbe versato due milioni di euro.
Il fatto non è stato piacevolmente accettato da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, e nemmeno dagli uomini della Guardia di Finanza.
In conclusione: domani 11 settembre si terrà una riunione (con la sola assenza di Giuseppe Sala), nella speranza che possano essere comunicate ai cittadini soltanto notizie certe.