di Carlo Radollovich
Alcuni anni fa avevamo sottolineato pregi e difetti relativi all’Esposizione Universale del 2015: elogiati gli ampi spazi intelligentemente collocati, ma anche criticate le file troppo lunghe a cui ci si doveva sottoporre e soprattutto i prezzi d’ingresso decisamente elevati. Ma il successo ottenuto, suggellato anche dalle congratulazioni pervenuteci dall’estero, è stato comunque vivo ed eccezionale.
Con l’occasione si è voluti andare a ritroso nel tempo, ricordando l’Esposizione del 1906, riuscitissima, ma anche quella precedente, inaugurata il 5 maggio 1881 alla presenza di re Umberto I e della regina Margherita. La scelta della sua ubicazione era stata subito oggetto di numerose discussioni in Municipio.
Chi la voleva organizzare all’interno dell’Arena, chi proponeva l’area prospiciente Foro Bonaparte, chi veniva attirato dall’ampiezza della Piazza d’Armi, chi addirittura pretendeva di utilizzare il Castello Sforzesco. Le polemiche si sopirono, apparentemente, quando prevalse l’idea di organizzare l’Esposizione presso i Giardini Pubblici di Porta Venezia.
Qui le autorità milanesi furono in grado di poter cintare una superficie di ben 160 mila metri quadrati, di cui 58 mila al coperto. Ma non mancarono i malcontenti, espressi in modo particolare da coloro che si vedevano privati, durante il periodo estivo, delle loro rilassanti passeggiate serali e festive tra l’irrinunciabile verde.
E quando si parlò di abbattere tre olmi vecchi e cadenti, sotto le cui fronde – si diceva – amava sostare Carlo Porta, la reazione di alcuni milanesi fu talmente inviperita da far stornare questo provvedimento. Ma era evidente che qualche colpo d’accetta alla splendida vegetazione dei Giardini doveva pure essere inferto, non solo per la costruzione dei padiglioni, ma anche per il sorgere dei vari edifici.
Insomma, ci si doveva preparare nel migliore dei modi a questa importante manifestazione fieristica che assumeva carattere nazionale e che sarebbe stata pure battezzata “Esposizione Industriale”. E che dire della ferrovia che venne allestita per trasportare merci di qualsiasi natura, parti di strutture edili, arnesi e materie prime?
Si pensi che, in soli 40 giorni, furono posati 5 mila metri di binari e la popolazione restò sbalordita nell’osservare le sbuffanti locomotive che trainavano vagoni tra le case della città, partendo dalla Stazione Centrale. Ma anche qui non mancarono severi critici. Chi erano? I ricchi proprietari di palazzi milanesi che si trovavano coinvolti nei lavori (o addirittura stoppati) e che vedevano preclusa la loro gita domenicale in carrozza sui Bastioni.
Ma ogni critica venne alla fine rimossa quando venne resa pubblica, nel novembre 1881, l’imponente cifra dei visitatori:
1 milione e 500 mila persone!