di Elisabetta Ghezzi
“Tra le braccia della debolezza c’è la forza ansiosa di liberarsi. Nella presa del dolore c’è il piacere che aspetta solo di realizzarsi. E lungo il sentiero degli ostacoli si celano le opportunità. Siamo grati a questi maestri per tutto ciò che portano nella nostra esistenza”. M. Grad “La principessa che credeva nelle favole”
La parola emozione deriva dal latino exmovere o emovere che significa “trasportare fuori” “smuovere” indica una reazione in risposta a stimoli interni o esterni a noi.
Gioia, paura, rabbia, tristezza, sorpresa, disgusto sono le emozioni definite primarie dalle quali deriverebbero tutte le altre. Tutte le emozioni trovano posto nella nostra vita e agiscono a livello del pensiero, a quello dei comportamenti e a quello delle relazioni sociali, non possiamo crearle, inventarle o sopprimerle ma possiamo imparare a gestirle per vivere pienamente.
Nel pensiero comune si pensa che possano essere classificate in categorie come: buone o cattive, utili o inutili… Le emozioni non sono né buone né cattive, le nostre difficoltà non dipendono dall’emozione che proviamo ma dai pensieri che associamo al nostro vissuto. Molto spesso nell’inconsapevolezza la mente ci porta altrove rispetto a quanto stiamo vivendo e ci ritroviamo proiettati costantemente nel rimpianto del passato o nella preoccupazione del futuro, ci distanziamo dal momento presente, che è l’unico momento di fatto esistente, allontanandoci, in tal modo, dalla nostra esperienza emozionale interna e da quella relazionale esterna. Precipitiamo, pertanto, in un profondo stato di paura e confusione, non comprendendo ciò che ci accade. Dinnanzi a ciò che non comprendiamo, la nostra tendenza di base è sempre la fuga o l’attacco. In altri termini reagiamo costantemente a ciò che viviamo ed incontriamo, piuttosto che agire equilibratamente, dopo aver approfondito e valutato ciò che non riusciamo a comprendere o che ci blocca e che pertanto non riusciamo neanche a nominare. Ogni qualvolta che reagiamo, aumentiamo sempre più il nostro stato di resistenza e quindi d’ansia e sofferenza e per difenderci da questa, tendiamo ad evitare le situazioni che la possono scatenare. Così facendo le situazioni da evitare aumentano sempre più, facendoci sentire costantemente imprigionati in un circolo vizioso, che si autoalimenta.
In realtà le emozioni sono tutte utili essendo la bussola che ci guida mentre percorriamo i sentieri della nostra vita quotidiana. Ci connettono con i nostri bisogni sostengono lo sviluppo delle idee e del pensiero aiutandoci a proteggerci dai pericoli, a prendere le decisioni giuste per noi.
Come utilizzare la bussola allora?
Per utilizzare al meglio qualsiasi strumento si deve cominciare a conoscerlo.
Le emozioni ci inviano messaggi ben precisi e noi per gestirle dobbiamo cominciare a diventare consapevoli di ciò che sentiamo nel momento in cui lo viviamo. Dobbiamo imparare ad accettare ciò che sentiamo senza giudicare. Questo ci consente di far fluire la nostra vita e prenderci cura di noi.
Per chi fosse interessato a vivere un approfondimento esperienziale delle emozioni di base, al fine di migliorare la presenza a se stessi, nel qui ed ora, ed alle proprie competenze relazionali e sperimentare, alcune tecniche di Mindfulness, pratica di consapevolezza, per imparare ad aprirsi alla propria esperienza, per come si presenta momento dopo momento, la Dr.ssa Elisabetta Ghezzi professional counselor e il Dr. Gaetano Iusi, Medico e psicanalista, entrambi istruttori Mindfulness il giorno 21 giugno dalle ore 9.00 alle ore 18.00 in via Canova, 11 Milano, condurranno un seminario dal titolo APRIRSI ALLE EMOZIONI. La giornata prevede attività pratiche e di piccolo gruppo.
Per informazioni e iscrizioni ghezzieli@gmail.com cell. 347/1182513