Nata a Napoli nel 1887, questa celebre compositrice, che già aveva messo in luce tutta la sua brillante intelligenza musicale durante le scuole medie, ottiene il diploma in pianoforte a soli diciassette anni. Ma c’è di piu’. Nel 1906, prima donna in Italia, consegue il diploma in Composizione.
In tale epoca, cosa da non credere, non era consentito alle donne di raggiungere tale traguardo e fu necessario l’intervento del primo ministro Giovanni Giolitti per poter regolarizzare questa promozione.
I suoi studi musicali riempiono sempre di piu’ la sua intensa vita artistica, tanto che, dal 1914 al 1957, è titolare della cattedra di Teoria e Solfeggio presso il noto conservatorio napoletano di San Pietro a Majella.
E’ decisamente una ”maga” nell’ambito musicale. Si pensi alla sua non comune sensibilità nello scoprire talento e passione vera tra i suoi molti allievi napoletani. Dopo averli messi in stretta evidenza, contribuisce a lanciarli. Si tratta dunque di un’attenta e preparata insegnante dalle piu’ alte caratteristiche ?
Non soltanto. Emilia Gubitosi coltiva anche una nutrita passione per l’attività concertistica e si fa valere per le sue grandi doti di pianista e riesce persino a comporre diverse opere. Citiamo ad esempio la ”Gardenia rossa” e il ”Nada Delving”. Inoltre, scrive musiche per orchestra e coro e riesce persino a trovare il tempo da dedicare alla revisione di certi brani musicali risalenti a secoli fa.
Ed ecco, nel 1918, nasce una ”perla” che contribuisce ad esaurire quasi tutte le energie di Emilia: la fondazione dell’Associazione Scarlatti, che si trova spesso al centro di numerosi eventi musicali e che lei guida assieme al marito, il musicista Franco Michele Napolitano.
E i napoletani ascoltano incantati, forse per la prima volta, musiche di Stravinskij e Ravel, con le strepitose esecuzioni da parte di Benedetti Michelangeli, Celibidache e Milhaud. Con loro, Emilia non ha soltanto rapporti professionali, ma anche di sincera amicizia. Essi sono spesso ospiti presso la sua magnifica villa di Anacapri.
Emilia Gubitosi, in ogni occasione, si presenta sempre vestita in modo assai accurato. Ama fare uso di un leggero bastone, al quale si appoggia perché porta tacchi decisamente alti. Non nasconde di essere superstiziosa e se incontra qualcuno con la nomea di iettatore, gira subito lo sguardo oppure cambia strada facendo sempre gli immancabili scongiuri.
Va detto che lei, tutto sommato, va d’accordo con i colleghi musicisti e coglie spesso l’occasione per elogiare Ildebrando Pizzetti, che considera tra i piu’ grandi del mondo contemporaneo.
Muore a Napoli, ottantacinquenne, nel gennaio del 1972 e riposa nel cimitero di Anacapri accanto al marito.