di Carlo Radollovich
La scorsa settimana (vedi “ilMirino” del 16 aprile) segnalavamo alcune preoccupazioni a proposito delle ferie “assolutamente normali” che medici e paramedici avrebbero goduto nel corso della prossima estate, quando Milano sarà invasa da numerosissimi visitatori.
Le competenti autorità assicurano ora che, in caso di emergenza sanitaria, non solo i medici saranno sempre reperibili, ma verranno richiamati anche quei sanitari che si troveranno fuori servizio. In base alle funzioni svolte, essi dovranno indossare uno speciale giubbotto colorato (rosso, verde, giallo e altre tonalità) che evidenzierà il loro specifico compito.
E sarà pure attivo un vero e proprio piano di emergenza qualora la situazione lo richiedesse. Ad esempio, in caso di un grande numero di feriti, sette ospedali saranno in grado di accogliere le persone coinvolte entro un tempo che dovrebbe aggirarsi sui venti / venticinque minuti circa. Ecco i nomi dei nosocomi interessati: Policlinico (per bambini e donne gravide), Sacco (in caso di aggressioni bioterroristiche), Niguarda (per traumi che necessitano di alta specializzazione), San Carlo (traumi vari), Pini (ortopedia), Garbagnate (ricoveri in generale per prime necessità), Rho (ricoveri in generale).
Giovedì 23 aprile scatterà una simulazione, sotto la regia di coloro che hanno già accumulato esperienze al riguardo (unità di crisi), secondo un piano attivo in Israele che ha dato validi risultati. In tale simulazione saranno attivi, tra gli altri, chirurghi e neurochirurghi, rianimatori, ortopedici, internisti, psicologi, infermieri vari.
Il tutto sarà coordinato dalla AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) in armonia con il cosiddetto “Terzo Settore” che copre il fabbisogno regionale per il soccorso, svolto dai Mezzi di Base (MSB).
Qualora dovesse capitare una maxi-emergenza, di ampiezza veramente importante sotto ogni profilo, la disciplina ospedaliera dei soccorsi verrebbe gestita dal PEMAF (Piano di Emergenza per Massiccio Afflusso di Feriti), ente che giudicherà e affronterà, sotto l’aspetto logistico, i molteplici interventi da effettuare.
Ciascuna struttura sarà organizzata nel modo più funzionale possibile, con corsie d’accesso preferenziali per i feriti più gravi, acceleramento massimo nell’eseguire procedure, modulistica speciale per dare subito un nome ai pazienti presi in esame.
Nei casi più che gravi (speriamo che non debbano mai verificarsi), relativi ad attacchi chimici, radiologici o addirittura nucleari, è prevista una conduzione ad altissima specialità.