Elvira Giorgianni (coniugata Sellerio), palermitana sino alle ossa, nasce nel capoluogo palermitano nel 1936. Dopo il liceo si laurea in legge e trova impiego presso la Regione siciliana. Poi il matrimonio con Enzo e la felicità coniugale rafforzata dal primo pargoletto.
Sembra aprirsi per lei una normalissima vita, tutta casa e famiglia, ma la sua straordinaria, innata industriosità sta per offrirle un’occasione unica: la fondazione, assieme al marito, fotografo assai noto in loco e non solo, della ditta “Sellerio editore” con la compartecipazione di Leonardo Sascia e di Antonino Buttitta, ben conosciuto non soltanto come antropologo, ma anche come accademico.
Il successo di questa azienda si rivela subito a partire dagli anni Settanta. E con le oltre centomila copie ottenute con l’ “Affaire Moro”, scritto da Sascia, si assiste ad un vero e proprio lancio della Sellerio editore.
Anche Gesualdo Bufalino, Andrea Camilleri e Luciano Canfora contribuiscono a farla decollare nel modo più completo. La collana blu della “Memoria” e altre collane si identificano con il puntiglio e la caparbietà imprenditoriale di Elvira Sellerio, qualità che lo stesso Sascia sottolinea da sempre.
Impegnata con costanza nella produzione di una notevolissima quantità di libri, legge e sceglie sempre con cura i manoscritti che le pervengono. E si narra che, quando lei deve assumere del personale, una delle sue domande chiave rivolte ai candidati è la seguente: “Lei ha letto Guerra e Pace ?”
Gli onori a suo favore fioccano da ogni parte d’Italia, tra cui un prestigioso Cavalierato e il premio Bellisario intitolato alla grande, indimenticata dirigente d’azienda Marisa Bellisario. Ma lei non si inorgoglisce affatto. Molto riservata, rifugge da qualsiasi forma di mondanità perché, secondo lei, un editore deve starsene pressoché nascosto o comunque isolato.
Infatti, afferma più volte che il “mestiere” dell’editore deve basarsi essenzialmente su una decisa e ragionata umiltà, restando in disparte sin che si può e guardando non tanto ai successi che si potrebbero conseguire quanto all’intrinseca e più intima qualità del libro.
Nel 1983 si separa dal marito e da quel momento si occupa in particolare dei settori riguardanti la narrativa e la saggistica. Va però segnalato che la sua grande fiducia nel libro, sempre al centro di ogni suo passo, non attenua in lei il desiderio di gustarsi una buona pellicola al cinema o di guardare la televisione a casa propria, in un appartamento immerso nella quiete e tappezzato di dipinti fiabeschi eseguiti su vetro.
Ammalatasi nel luglio del 2010, ci lascia per sempre il mese seguente nella sua adorata Palermo.