Nasce a Palermo nel 1899 e, sin da ragazza, mette in mostra elevate qualità da dedicare alla musica. Studia presso il collegio Maria Adelaide della sua città natale, frequentato nel primo Novecento da allievi di estrazione nobile, per poi completare i corsi di composizione al Conservatorio Vincenzo Bellini.
Elena, tuttavia, desidera impegnarsi ancora più a fondo e, sotto la guida del maestro De Nardis, a Napoli, si diploma anche qui a pieni voti in composizione. Lei ricorda, con una punta d’ironia, che le ragazze, per poter accedere al Conservatorio, dovevano utilizzare un ingresso riservato esclusivamente a loro.
In classe, Elena Barbara doveva stare sempre lontana dai maschi e questa assurda distinzione la irritava non poco. E’ forse in questa fase della sua vita che inizia a battersi per un consono collocamento delle femmine in ambito scolastico e musicale, lottando per una parificazione tra i sessi. Non è noto quali concreti risultati abbia conseguito.
Riesce però ad infrangere questa “separazione” stringendo amicizia con un compagno di studi, Mario Giuranna, che poi sposerà nel 1924. Ora ci corre l’obbligo di citare le sue composizioni, che riesce a creare conferendo loro una brillante e significativa forma.
Inizia nei primi anni Venti con un Notturno, per poi proseguire con una delicata suite dal titolo “Apina rapita dai nani della Montagna” tratta dalla fiaba di Anatole France. La prima esecuzione avviene a Chicago nel 1929 e la seconda a New York presso il Metropolitan.
Per non appesantire il lettore, citiamo solo alcune delle sue composizioni (in totale trentasei). Eccole: “Canto arabo”, “Patria”, “Augurio per canto e pianoforte”, “Musica per Olivia”. Da notare che nel 1935 viene invitata a partecipare, prima donna italiana, al Festival Internazionale di Musica di Venezia e presenta “Adagio” e “Allegro da concerto”.
E che dire delle sue apprezzate opere teatrali ? Ne compone quattro, tutte applauditissime, e cioè “Jamanto”, “Mayerling”, “Hosanna” (opere liriche) nonché “Trappola d’oro” (balletto). E’ importante segnalare che, dopo la prematura scomparsa del marito, impone la sua saggia presenza come insegnante presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dal 1937 al 1970.
Confortata da parenti e amici, si spegne di vecchiaia a Roma nel 1998.