venerdì, Novembre 22, 2024
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DUOMO DI MILANO: LA PRESENZA DI UNA MERIDIANA

di Carlo Radollovich

Entrando nella cattedrale, si nota sul pavimento una linea metallica (in ottone) che procede da Sud sino a Nord per poi salire in verticale sulla parete. Essa termina in un riquadro che rappresenta il segno zodiacale del Capricorno.

Chi furono i realizzatori di tale meridiana nel 1776? Due astronomi di Brera lavorarono a questo preciso “orologio” al fine di determinare con esattezza la data della Pasqua (che sappiamo essere mobile, correlata con il ciclo lunare) nonché calcolare con precisione l’ora del mezzogiorno (vedi ultimo paragrafo). Ecco i loro nomi: Giovanni Angelo De Cesaris (1749 – 1832), tra l’altro storico assai apprezzato per quanto concerne la “cronaca” del susseguirsi delle esplorazioni astronomiche della sua epoca, e Guido Francesco Reggio (1745 – 1804) astronomo di indiscussa autorevolezza. L’opera fu senz’altro appoggiata dall’imperatore d’Austria Giuseppe II.

Lo strumento possedeva e conserva tutt’ora un preciso funzionamento. Ricordiamo che nella volta della prima cappella della navata di destra, sopra una delle finestre poste a lato, si può osservare un foro che si trova a ventiquattro metri circa d’altezza. A mezzogiorno in punto, un raggio di luce solare si “riversa” sulla linea del pavimento e indica pure, grazie ai segni zodiacali riprodotti lungo la meridiana, la data dell’anno in cui ci si trova.

Una curiosità che forse pochi lettori conoscono. Quando venne autorizzata la costruzione della meridiana, l’arcivescovo Pozzobonelli propose di realizzarla appena varcato l’ingresso della cattedrale per non disturbare i fedeli durante le funzioni. Ma ciò non fu possibile. Venne allora delegato un addetto della Veneranda Fabbrica, il quale, non appena il disco di luce faceva la sua comparsa, sarebbe uscito sul sagrato sventolando una bandiera. Un collega osservava tale sbandieramento dalla torre del palazzo dei Giureconsulti (in piazza Mercanti) e provvedeva a sua volta a sventolare un drappo in direzione del Castello Sforzesco. Qui un terzo uomo, ricevuto il segnale, sparava un colpo di cannone per avvisare la cittadinanza che l’ora del mezzogiorno era scoccata.

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