di Irma Silletti
“Vorrei emergere come autore, ma mi impegno per tenere aperte molteplici strade”.
Il giovane talento Domenico Vincenzo Venezia si racconta, in attesa di figurare tra i protagonisti di Piano City Milano.
Anche quest’anno Piano City riunirà la città di Milano nel segno della musica. L’evento culturale ha come protagonisti i suoi stessi cittadini: giovani talenti e professionisti affermati si esibiranno nei prossimi 16, 17 e 18 maggio nei luoghi più inconsueti della città: case, cortili, mezzi pubblici e barche, dove sarà possibile assistere a concerti di svariati generi musicali. Gli spettacoli, se non diversamente specificato, sono gratuiti fino a esaurimento posti ed è possibile parteciparvi previa iscrizione sul sito della manifestazione (www.pianocitymilano.it).
Tra i tanti artisti che si esibiranno, ho il piacere di incontrare il giovanissimo Domenico Vincenzo Venezia, che terrà il suo concerto su un battello che percorrerà i navigli milanesi domenica 18 maggio alle ore 10.15. Eclettico amante di jazz e ragtime, Domenico si racconta, svelando le sue molteplici passioni e i suoi desideri per il futuro.
In che modo ti avvicini alla musica e a che età cominci a studiare al conservatorio?
Mi avvicino autonomamente al pianoforte all’età di 7 – 8 anni e comincio il Conservatorio “Duni” di Matera, mia città natale, intorno agli 11. Ricordo di essere rimasto affascinato dal ragtime vedendo il film La leggenda del pianista sull’oceano. Avendo una visione armonica più completa, per un pianista non è difficile cimentarsi con altri strumenti, perciò da autodidatta comincio a suonare l’armonica a bocca, la fisarmonica, l’ukulele e da poco il banjo, per poter ampliare la mia piccola orchestra personale. Spesso mi accompagno con la voce, per quello che i miei limiti vocali permettono. Più che cantare cerco di interpretare le canzoni, quasi recitando.
È proprio cosi! Parallelamente agli studi accademici di musica classica non rinuncio alla mia passione per il jazz del primo Novecento, spaziando nel corso degli anni verso generi affini: dal latin jazz al rock’n roll anni ’50, al blues, alla musica leggera più moderna, fino a riscoprire il patrimonio delle canzoni italiane degli anni ’20 ’30 e ’40, che ripropongo quando suono nel corso di occasioni pubbliche o private. Nonostante siano generi quasi dimenticati, spesso sono apprezzati, perché rappresentano una novità per i giovani e un elemento di nostalgia per le persone più attempate.
Da poco ti sei trasferito a Milano per i tuoi studi universitari. Cosa vorresti fare “da grande”? Intendi rimanere sempre sull’originale filone a cui già ti dedichi o intendi esplorare altro, non solo musicalmente parlando?
Vivo a Milano perché frequento il Politecnico, dove studio Design del Prodotto Industriale, parallelamente al Conservatorio di Como, dove mi sono trasferito e dove mi auguro di terminare gli studi a breve. Portare avanti entrambi gli impegni è abbastanza faticoso, ma sono determinato a concludere il mio percorso. Mi considero un eclettico, oltre alla musica ho sempre coltivato altre passioni, dalle arti figurative, al design, al cinema, alla scrittura creativa. Questa è un’arma a doppio taglio, perché si ha l’impressione di fare tante cose ma nessuna abbastanza bene; tuttavia mi permette di avere molteplici strade aperte, visti anche i tempi che corrono cerco di far tesoro delle richieste di “versatilità” che arrivano dall’esterno. È per questo che non ho programmi precisi per il mio futuro, ma mi impegnerò per fare un lavoro che possa appagarmi dal punto di vista personale e creativo. Musicalmente la mia massima aspirazione è emergere come autore. Fino ad ora ho scritto solo poche canzoni, ma vorrei fare tesoro delle mie esperienze di ricerca musicale per dar forma a un mio stile personale adatto a tutti. I più grandi spauracchi per un creativo sono la banalità, ossia la paura di ripetere qualcosa di “già fatto”, e l’incomprensione, risultato dell’impulso di creare qualcosa di unico, vicino però ad un pubblico limitatissimo.
Ci descrivi la tua partecipazione all’interno di Piano City Milano? Cosa regalerai al pubblico che verrà ad ascoltarti sul battello che percorrerà i navigli milanesi?
Per il secondo anno consecutivo partecipo alla manifestazione milanese di Pianocity. Anche quest’anno proporrò il mio repertorio solista abituale, qualche ragtime e jazz standard internazionale. Non aggiungo altro, però, per regalare una sorpresa a tutti coloro che verranno ad ascoltarmi.