di Enrico Salerani
“Dovrebbe la Scozia essere uno stato indipendente?” Questa è la domanda che a cui domani 18 settembre 2014, gli scozzesi sono chiamati a rispondere.
Bisogna dire prima di tutto che la Scozia non è la Lombardia o il Veneto; nel dare-avere con lo stato non è in palese svantaggio come lo siamo noi. Ma sono un popolo.
Visto che con l’indipendenza volevano aderire all’euro, per molto tempo gli indipendentisti sono stati assai lontani nei sondaggi (liberarsi da Londra per andare sotto questa Europa non alletta gli scozzesi), poi rivedendo in parte questa posizione hanno recuperato consensi.
Ora pare siano testa a testa con il premier britannico Cameron che promette ancora maggior autonomia (peraltro già forte) in caso di confermata unione.
La Gran Bretagna è una delle poche economie europee non in difficoltà (non è nell’euro!) quindi per loro è difficile decidere per un cambiamento storico cosi fondamentale.
Credo che il cuore degli scozzesi dica si all’indipendenza ma il portafoglio tremi per l’incertezza del futuro ed eventuali adesioni all’euro ancora non smentite dagli indipendentisti.
Ben diverso il caso Catalunia, dove da anni si vive la crisi spagnola dove si voterà un referendum solo consultivo a novembre e sarà un plebiscito per l’indipendenza.