domenica, Novembre 24, 2024
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Diventare mamma: chi lo programma, chi lo posticipa e chi confessa il “periodo blu

 …Una festa che divide un po’ il mondo femminile, quella della mamma: per quante hanno scoperto la maternità, si può nascondere anche un periodo o alcune scelte poco spontanee o meno felici di quanto si pensi. Nel sondaggio INTIMINA che ha coinvolto donne che hanno avuto il primo figlio tra i 20 e i 30 anni, il 22% ha confessato di aver posticipato la gravidanza per vari motivi. Quello principale è dovuto all’instabilità finanziaria che coinvolge più della metà delle italiane (53%). Poi c’è chi non era pronta per essere madre (31%), chi aveva paura di partorire (22%), chi aveva difficoltà a concepire e ha dovuto ricorrere alla riproduzione medicalmente assistita (11%), chi non voleva avere figli (9%) e chi aveva un partner che non voleva figli (7%).

Anche la paura degli sbalzi ormonali può contribuire alla scelta di avere un figlio o no. Durante la gravidanza, infatti, i livelli ormonali sono alti e, dopo il parto, diminuiscono improvvisamente, portando a cambiamenti di umore. A causa dell’improvviso calo degli ormoni e dell’adattamento al regime e alle esigenze del bambino, il primo mese dopo la nascita si rivela ad alto rischio di sviluppo della depressione. “Il progesterone, ormone tipico della gravidanza, i cui livelli arrivano a 290ng/ml nel terzo trimestre (durante un ciclo mestruale i livelli in fase postovulatoria variano da 10 a 25ng/ml), è definito l’ormone del pianto per la sua azione a livello cerebrale. 

Molte donne – interviene per INTIMINA Manuela FARRIS, ginecologa – sperimentano sbalzi di umore prima del ciclo mestruale proprio per l’azione di questo ormone. A maggior ragione dopo il parto, il calo improvviso dei valori di quest’ormone, il cambiamento della vita soprattutto nel primo mese postpartum, la paura di non essere in grado di gestire il nuovo arrivato, sono tutti fattori che possono contribuire a una situazione di instabilità emotiva”. 

Il sondaggio mostra che dopo il parto, il 54% delle donne ha avuto ansia, il 49% depressione e il 32% ha avuto rapporti dolorosi. Il 70% delle madri intervistate, dice di averne parlato con il proprio partner, il 47% con professionisti medici e il 22% con gli amici. Solo l’11% non ne ha mai parlato con nessuno. Per quante si sono rivolte a un medico, al 50% è stata diagnosticata depressione postpartum, al 34% baby blues postpartum e al 7% altre condizioni mentali. Al 7% è stata diagnosticata una psicosi postpartum e il 21% non ha avuto disturbi mentali. 

“La depressione postpartum viene spesso scambiata per baby blues. La causa del baby blues è l’improvviso calo degli ormoni, principalmente estrogeni. I sintomi più comuni sono malumore, confusione e ansia. Questa condizione di solito – continua FARRIS – inizia da 1 a 3 giorni dopo il parto e può durare fino a poche settimane. Il baby blues di solito scompare da solo e non è necessario alcun trattamento. Tuttavia, fino al 20% dei casi può progredire verso la depressione postpartum. Ecco perché è fondamentale che le donne comunichino apertamente i loro sentimenti durante questo periodo con i loro cari e sappiano quando è necessario un aiuto professionale”. 

Come il baby blues, anche la depressione postpartum è causata da cambiamenti ormonali e si verifica entro sei settimane dalla nascita. È una condizione molto più grave che richiede cure mediche. Circa 1 donna su 7 sviluppa depressione postpartum; un numero che potrebbe essere maggiore perché alcune donne non contattano mai il proprio medico e soffrono in silenzio. I sintomi della depressione postpartum includono cattivo umore, perdita di interesse, difficoltà a dormire, sensi di colpa e ansia ecc., entro quattro settimane dalla nascita. Non è raro che le donne sperimentino gravi sbalzi d’umore e siano disinteressate ai loro figli appena nati. Di solito, il trattamento per la depressione postpartum è una combinazione di psicoterapia e farmaci antidepressivi.

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