Un numero sempre più elevato di donne ottiene la prima gravidanza dopo i quarant’anni…
…a causa dei mutati stili di vita, per motivi di carriera o salute o semplicemente per non avere trovato prima il partner ideale per realizzare questo progetto. Sebbene per incrementare le chance di successo senza ricorrere all’aiuto medico sia sempre preferibile cercare una gravidanza prima dei 35 anni, avere un figlio dopo i 40 anni presenta alcuni vantaggi per mamma e bambino.
“Come medico esperto in medicina della riproduzione, la prevenzione rappresenta uno degli aspetti chiave del mio lavoro. È fondamentale che le coppie vengano informate sui limiti della vita riproduttiva, per evitare che restino senza figli non per scelta, ma per non essere state correttamente informate. In particolare, per la donna è corretto programmare una gravidanza prima dei 35 anni, in modo da incrementare le probabilità di successo. Tuttavia, come ancora spesso avviene, non è corretto colpevolizzare le donne che, per varie ragioni, diventano madri dopo i 40 anni. Sentiamo più spesso parlare dei rischi piuttosto che dei vantaggi di questo evento, che in molti casi non è neppure una scelta della donna ma la conseguenza di diverse vicissitudini, anche di salute.” afferma il Professor Mario Mignini Renzini, Referente medico per gli aspetti clinici dei Centri Eugin in Italia, responsabile del Centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina di Milano e Professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. “Eppure, i vantaggi ci sono, anche dal punto di vista della salute. Diversi studi dimostrano come, ad esempio, avere figli in età più avanzata possa aumentare le probabilità per la donna di vivere più a lungo. Un altro studio mostra la connessione tra l’ultima gravidanza avvenuta in età avanzata e le migliori capacità cognitive nel periodo post menopausa di una donna. Queste conclusioni sono state tratte sulla base di una serie di test finalizzati a valutare vari aspetti del funzionamento del cervello. In particolare, le donne che partoriscono dopo i 35 anni hanno una migliore memoria verbale. Si ipotizza che questo sia dovuto all’influenza degli ormoni chiave della gravidanza sul cervello. Estrogeni e progesterone, ad esempio, sono responsabili rispettivamente della funzione cerebrale e dello sviluppo del tessuto cerebrale”.Conclude Mignini Renzini.
“Nel mio lavoro mi trovo spesso a confrontarmi con donne e coppie sopra i 40 anni.” spiega la dottoressa Francesca Zucchetta, Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita di Clinica Eugin. “Diversi sono i motivi che hanno contribuito a procrastinare la ricerca di un figlio: di tipo economico, familiare, di salute personale. Il desiderio però, spesso, era già presente e condiviso fra i partner. Il tempo trascorso, pur in molti casi sofferto, ha anche contribuito al consolidamento del loro sogno, alla piena consapevolezza e serenità di voler accogliere un figlio nella propria vita e alla progettualità della coppia. Desiderare un figlio infatti è un ulteriore conferma di una visione a lungo termine del loro rapporto. Tutto ciò può senz’altro contribuire positivamente sia nell’entusiasmo che accompagna l’arrivo di un bambino sia nella spinta motivazionale, per i futuri genitori, a prendersi cura di sé stessi e dei propri stili di vita, al fine di mantenersi “giovani” e in salute. In altri casi, invece, incontrare coppie dopo i 40 anni è dovuto al percorso di infertilità, in seguito dunque a una ricerca frustrata, di una durata variabile e a volte mal indirizzata. In questo caso, è più sentito il senso di precarietà e incertezza dell’esito, ma emerge anche la volontà e la determinazione a mettersi in gioco, in un percorso medicalizzato. Una genitorialità sopra i 40 anni, in generale, è caratterizzata dal consolidamento di un percorso di vita e da un processo di maturazione personale. Aumenta la nostra capacità di regolare le emozioni, la capacità di scegliere e selezionare le amicizie, nella ricerca di rapporti soddisfacenti e autentici. Siamo mediamente più consapevoli dei nostri bisogni e meno inclini a compiacere quelli degli altri, in un’ottica anche di priorità. Tutto questo non può che contribuire nel rapportarsi con maggiore calma e serenità nella crescita dei propri figli, oltre a un particolare senso di gratificazione, dal momento che altri obiettivi della propria vita, lavorativi e no, sono già stati raggiunti e soddisfatti. Il fatto poi che, spesso, si sia raggiunta anche una stabilità economica, consente una prospettiva più spensierata anche negli aspetti materiali, nella condivisione di esperienze significative con i propri figli e nella loro realizzazione personale, scolastica e lavorativa. Concludendo dunque, se da un lato i 40 anni costituiscono un limite, di tipo biologico, alla fertilità, e dunque, se possibile, è bene anticipare la ricerca, dal punto di vista psicologico, invece, i 40 anni caratterizzano persone mentalmente giovani, aperte a nuovi progetti e con grande vitalità. Questo dovuto senz’altro a un cambiamento significativo nel processo di invecchiamento e nella prospettiva del tempo di vita, che ci differenziano, rispetto all’epoca passata”. Conclude la dottoressa Zucchetta.