di Stefania Bortolotti
Le nuove tecnologie, la sicurezza assoluta, la semplicità gestionale e la compatibilità economica per il controllo più efficiente dei livelli glicemici nel paziente diabetico.
Sono stati questi i temi al centro del Web Dialogue Meeting promosso da Italian Health Policy Brief, la rivista di politica sanitaria che da tempo sta concentrando la propria attenzione anche su quegli aspetti solo apparentemente collaterali nella gestione delle patologie ampiamente diffuse che incidono, però, in modo importante sull’efficacia delle terapie, sulla qualità della vita dei pazienti e sul contenimento dei costi di gestione della patologia.
L’importanza e l’urgenza di nuove scelte di politica sanitaria che poggino, quindi, sulla ricerca di una sempre maggiore efficacia clinica e una più forte efficienza organizzativa, sono stati i temi al centro del confronto che ha visto la partecipazione, oltre a quella di esponenti del mondo clinico e di quello advocacy, di economisti sanitari, del Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, On. Roberto Pella e della Vice Presidente della Commissione Igiene e Sanità della Camera dei Deputati, On. Rossana Boldi che, in apertura dei lavori, ha sottolineato che “…le scelte politiche in sanità devono mirare anche a rendere la vita dei pazienti il più normale possibile e le nuove tecnologie anche in questa logica possono avere un ruolo centrale. Gli eventuali maggiori costi che a queste possono essere associati vanno considerati con capacità prospettiche – ha proseguito – nel senso della necessità di valutare anche le complicanze della patologia diabetica che sono in grado di evitare”.
“Avvicinare il diabetologo al proprio paziente è fattore critico di successo – ha sostenuto, in apertura dei lavori, il Prof. Andrea Lenzi, Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Roma La Sapienza (Policlinico Umberto I) – e le nuove tecnologie possono in questo senso giocare un ruolo centrale consentendo, tra l’altro, di superare alcuni degli ostacoli tipici della gestione di una patologia così complessa e ad elevata prevalenza come è appunto il diabete”. Al centro dell’attenzione sono stati posti i nuovi sistemi che consentono di misurare i livelli glicemici in continuo (FGM) e a distanza (CGM), semplificando non poco la vita dei pazienti che devono controllarli più volte nel corso della giornata. Strumenti che sono stati recentemente oggetto di un approfondito Expert Paper che ha coinvolto i massimi esperti della diabetologia e dell’endocrinologia nazionale, avvalendosi anche del contributo delle massime espressioni del mondo advocacy.
“I pazienti diabetici, che sono tenuti, per la loro condizione, a ripetute misurazioni dei livelli glicemici, vivono una condizione di forte disagio che impatta fortemente sulla qualità della loro vita, nel timore di essere esposti a crisi ipoglicemiche che possono comportare anche urgenti ricoveri ospedalieri – afferma Lina Delle Monache, consigliera nazionale della Fand, la Federazione associazione nazionale diabetici – Quindi, è fondamentale facilitare l’accesso a nuove tecnologie che semplifichino le metodologie di controllo dei livelli glicemici, che assicurino maggior aderenza alle terapie e che non interferiscano con la quotidianità”.
“Guardo con estremo interesse al tema delle nuove tecnologie per il controllo dei livelli glicemici anche come Vice Presidente vicario dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani – ha sottolineato l’On. Roberto Pella – come ad un segmento importante del nuovo orizzonte della telemedicina, cui tutti dobbiamo guardare con grande attenzione e crescente impegno per assicurare quell’equità assistenziale che è doveroso perseguire. Il territorio nazionale è composto da ben 6 mila piccoli comuni, molti dei quali nelle aree interne e rurali e, anche in questi contesti, le risposte sanitarie potranno essere migliori grazie a queste importanti innovazioni”.
Nelle tavole rotonde che hanno caratterizzato i lavori, il tema del monitoraggio in remoto e in continuo dei livelli glicemici è stato affrontato prevalentemente nella logica dell’efficientamento dei servizi sanitari che dovrà sempre più poggiare sul pilastro della telemedicina ma che non potrà affermarsi se verranno meno – è stato rilevato da più parti – le necessarie scelte di politica sanitaria e se non saranno superate le disomogeneità assistenziali che ancora caratterizzano, in questa materia, i diversi servizi sanitari regionali. Troppe lacune pur tra alcune lodevoli eccezioni quali, ad esempio, quello della regione Sardegna che sta prevedendo nella propria legge finanziaria in fase di approvazione stanziamenti per nuovi sensori da braccio per tutti i pazienti diabetici in terapia multi-iniettiva, quelli cioè a maggior rischio di ipoglicemie e di altre complicanze.
La necessità di un più ampio accesso a questi sistemi di monitoraggio – è stato sottolineato nel corso degli interventi – trova ampie motivazioni e giustificazioni non solo in considerazione del fatto che le evidenze clinico-scientifiche dimostrano sempre la centralità di un controllo ottimale della variabilità glicemica per contrastare, quando non prevenire, le numerose complicanze del diabete – crisi ipoglicemiche, incidenti stradali, ricoveri ospedalieri, ripercussioni sulla sfera psico-emotiva e sulla produttività, aggravamento dell’assetto cardiovascolare e declino cognitivo – ma anche in relazione della limitata incidenza percentuale (il 4 per cento) che i costi dei dispositivi hanno sul totale della spesa annua per la gestione dei pazienti diabetici.
In proposito è fondamentale ricordare che si stima i diabetici in Italia superino i 3 milioni di persone, al di là dei casi non diagnosticati, con una spesa sanitaria di 20 miliardi di euro: di questi, 9 miliardi – l’8 per cento del fondo sanitario nazionale – sono generati da costi diretti (farmaci, ricoveri ospedalieri e assistenza) e 11 miliardi da costi indiretti, prevalentemente connessi alla perdita di produttività.