domenica, Novembre 17, 2024
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Diabete: emergenza nelle città

  Stefania Bortolotti

Vivono in città oltre 2 persone con diabete su 3. Secondo i dati dell’International Diabetes Federation (IDF), nel mondo sono 246 milioni (65%), coloro che hanno la malattia e abitano nei centri urbani, rispetto ai 136 milioni delle aree rurali. E il numero è destinato a crescere.

Nel 2035 si stima che raggiungeranno il 70% le persone con diabete nelle città: 347 milioni rispetto ai 147 milioni che abiteranno fuori dai grandi centri abitati. Pare quindi che le città siano “catalizzatrici” per il diabete: chi si sposta in città ha infatti maggior probabilità di sviluppare la malattia rispetto a chi rimane fuori dai grandi centri. E questo è un dato preoccupante soprattutto se si considera il fatto che, per la prima volta nella storia dell’umanità, la maggior parte della popolazione vive oggi nelle aree urbane, e le proiezioni stimano un progressivo aumento dei residenti nelle città.

“La maggior ricchezza, e di conseguenza i maggiori consumi alimentari, uniti a una vita più sedentariasi stima che 4 italiani su 10 siano completamente inattivi e solo 1 su 4 pratichi qualche sport, secondo quanto rilevato recentemente dal Censis – sono alcune delle possibili spiegazioni a questo fenomeno” dice Salvatore Caputo, presidente Diabete Italia, l’organizzazione che raccoglie le società scientifiche e le associazioni di volontariato delle persone con diabete. “È come se la città ‘alimentasse’ il diabete, in maniera lenta, ma continua, ed è per questo motivo che proprio dalle città e dallo stile associato alla vita cittadina bisogna partire per concentrare gli sforzi volti ad arginare la pandemia diabete, sempre più gravosa per il nostro sistema sanitario. Questo vuol dire soprattutto fare ‘prevenzione’. L’80% delle malattie croniche, tra cui il diabete, può essere prevenuto seguendo corretti stili di vita aggiunge.

La crescita del diabete nei grandi centri urbani non è necessariamente inarrestabile. La collaborazione tra professionisti della salute, esperti del mondo delle attività motorie e sportive, amministratori, urbanisti, il mondo scientifico, le associazioni di pazienti e gli stessi cittadini può trasformare le nostre città e renderle luoghi più adatti, a prova di diabete.

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In Italia sono già in atto interventi in questa direzione. Da due anni è in corso il progetto Città per Camminare e della Salute, iniziativa patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero della Salute, dal Senato della Repubblica e dal CONI, ideata dalla Scuola del Cammino fitwalking Italia, e studiata per offrire opportunità concrete per promuovere attività motoria e stili di vita salutari, fattori alla base della prevenzione del diabete.

“Non è necessario essere un atleta professionista – spiega Maurizio Damilano, campione olimpico di marcia a Mosca ’80 e attuale presidente della ‘Scuola del cammino’ – per essere in salute va benissimo spostarsi a piedi, utilizzare con più regolarità il cammino, ancor meglio se a passo veloce. Per questo abbiamo ideato il ‘Passaporto’ che offre agli abitanti della penisola una proposta e soluzioni per muoversi, praticamente a costo zero, in centri urbani a misura d’uomo. Sono stati individuati oltre 30 percorsi in tutta Italia ideali per camminare in Città, adatti a una pratica motoria semplice, ma efficace dal punto di vista della prevenzione salutistica. In questo modo si preserva e potenzia la propria salute e nel contempo si possono apprezzare le bellezze culturali e naturali delle nostre città”.

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Sono stati individuati oltre 30 percorsi in tutta Italia ideali per camminare in Città, adatti a una pratica motoria semplice, ma efficace

L’Italia rappresenta in questo contesto un forte riferimento proprio in virtù del progetto della Scuola del Cammino fitwalking Italia che con il suo “passaporto” ha per prima individuato nel binomio cammino e città uno strumento estremamente efficace per combattere le malattie metaboliche dando ai cittadini e agli amministratori uno strumento tanto semplice quanto estremamente efficace.

“Il diabete comporta non solo un costo sociale importante, ma ha anche un rilevante impatto economico sulle risorse del Sistema sanitario. Purtroppo è una malattia cronica in continua crescita e la prevenzione, soprattutto quella definita primaria, che agisce modificando stili di vita e alimentari scorretti, è l’arma più efficace per affrontarlo”, commenta Maria Luigia Mottes, membro del Comitato di coordinamento di Diabete Italia.

Da questi presupposti nasce Cities Changing Diabetes, un ambizioso programma volto a far fronte alla sfida che il diabete pone nei grandi centri abitati. Partito da Città del Messico questa primavera, approdato in Europa, a Copenhagen, lo scorso ottobre, farà prossimamente tappa a Houston negli USA. Il progetto è destinato a coinvolgere attivamente le autorità municipali delle principali metropoli mondiali, Italia inclusa, nell’analisi delle ragioni alla base della crescita della malattia e nell’individuazione di specifici interventi volti a contrastarne l’avanzata.

“È parte del progetto Changing Diabetes®, sostenuto da Novo Nordisk, un progetto internazionale che risponde alle richieste di cambiamento espresse in tutto il mondo dalle persone con diabete: un cambiamento nel modo in cui il diabete viene affrontato e curato e di come viene percepito dalle istituzioni e dall’opinione pubblica”, spiega Federico Serra, direttore Government Affairs & External Relations di Novo Nordisk in Italia. “Changing Diabetes è partito all’inizio del secolo con l’obiettivo di sensibilizzare i decisori politici e i Governi nei confronti della malattia diabetica, successivamente si è evoluto verso iniziative volte a informare l’opinione pubblica a conoscerla, oggi entra in una nuova fase: l’intervento. Cities Changing Diabetes ha come obiettivo proprio quello di agire per affrontare il diabete dove colpisce maggiormente, nelle città” conclude.

                                                                              

 

 

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