lunedì, Dicembre 23, 2024
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Dalla ruota degli esposti alle culle per la vita

di U.P.

Prendendo lo spunto dal recente articolo del nostro collega Carlo Radollovich, intitolato “La ruota degli esposti”, torniamo sull’argomento dell’abbandono dei neonati che, purtroppo, è ancora oggi una piaga piuttosto grave. Capita, infatti, anche ai nostri giorni che qualche neonato indesiderato venga ritrovato nei posti più strani, in treno, nel bagno di qualche supermercato, nei cassonetti della spazzatura, morto, ma in qualche caso, per fortuna, ancora vivo.

E’ solo un dramma della povertà? No. Si tratta anche di aridità, grettezza spirituale ma soprattutto ignoranza. Anche oggi, in chiave moderna, esistono le ruote “degli esposti”, cioè quei luoghi dove la madre può abbandonare la sua creatura senza timore di essere scoperta. Segnaliamo, ad esempio, le cosiddette “culle per la vita”. A Milano, ne esiste una alla Clinica Mangiagalli. E’ uno sportello in cui si trova una culla termica. Non appena un bambino vi viene deposto, scatta un sensore che avvisa della sua presenza e fa scattare l’intervento degli specialisti di Patologia neonatale, sempre presenti nel nosocomio.

In tutto il Paese sembra che ne esistano una quarantina ma, forse, ce ne sarebbe bisogno di un numero maggiore. In Germania, ad esempio, di queste strutture ne esistono circa un centinaio. Va precisato però che il ricorso alla “culla per la vita” è molto raro. In cinque anni un solo caso per quanto riguarda la Mangiagalli. Questo è anche comprensibile perché si tratta di una soluzione estrema, quando tutte le altre, consultori, strutture sanitarie, non hanno saputo o voluto dare risposte adeguate.

Questo naturalmente è un aspetto della medaglia che concentra giustamente l’attenzione sul neonato ma bisogna anche occuparsi della puerpera che può essere costretta ad affrontare anche gravi complicanze mediche, visto che spesso le condizioni in cui avviene il parto sono igienicamente discutibili. A questo punto, sarebbe meglio partorire in ospedale ed eventualmente non riconoscere il bambino. Cosa che è possibile fare.

Quando si arriva ad affrontare problemi del genere, comunque, è bene non prendere decisioni da soli. Esiste una associazione “Madre segreta” che può fornire aiuto e comprensione alle donne che vivono questo tipo di disagio, creando uno spazio legale e istituzionale per accogliere e risolvere queste situazioni a tutela della madre e del neonato.

Un'immagine "forte" della campagna di "Madre Segreta"
Un’immagine “forte” della campagna di “Madre Segreta”

Il servizio “Madre segreta” si occupa della difficoltà materna in gravidanza e delle maternità “segrete”. E’ nato nel 1996, dalla constatazione che le donne spesso rimuovono o nascondono il disagio per l’attesa di un figlio: hanno timore del giudizio famigliare, sociale, della comunità di appartenenza, e fanno fatica a rivolgersi ai servizi e agli ospedali per chiedere di essere aiutate. Ecco, in sintesi, le attività di “Madre segreta”.

Esiste un telefono, una Linea Verde 800.400.400, che può fornire un aiuto diretto alle donne che si trovano in queste particolari difficoltà e un progetto, chiamato Arianna, che offre alla donna attenzione e cura, perché affronti la gravidanza e arrivi con responsabilità e consapevolezza alla nascita del bambino. Costituisce un percorso individualizzato per ogni situazione, condiviso con la madre e con gli operatori che collaborano con Madre segreta. Prevede l’attivazione di una rete integrata di servizi (ospedali, consultori familiari, servizi sociali comunali, strutture di accoglienza, servizi del privato sociale) che mettono in atto gli interventi necessari per tutelare al meglio i diritti della donna e quelli del neonato con attenzione e riservatezza.

Accanto a queste aree di intervento esiste un lavoro di raccolta di documentazione e di ricerca per aiutare gli operatori sociali e sanitari. Nelle province di Milano e Monza c’è un Osservatorio permanente sulle nascite senza riconoscimento e una biblioteca disponibile per la consultazione.

Madre SegretaSegreteria e Informazioni: Telefono 02/7740.3451 Fax  02/7740.4638

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