di Carlo Radollovich
Le case dei Visconti vennero ampliate e rinnovate nel corso degli anni e, tra queste, la Loggia degli Osii in piazza Mercanti. Il nome riflette quello della famiglia che risiedeva qui in precedenza anche se lo stabile venne riedificato ex novo e adibito a qualificata sede viscontea per legiferare, emanare editti ed emettere sentenze. La Loggia si distingue per la sua eleganza e va ricordato che la sua facciata costituisce una vera e propria deroga al gotico lombardo (vedi il paramento in pietra, senza alcun impiego visibile di mattoni e senza decorazioni in cotto).
Il primo, grande propugnatore di insigni monumenti fu Azzone Visconti il quale, durante il suo decennio di governo (1329-1339), ricostruì il Broletto Vecchio, chiamando addirittura Giotto per decorarlo. Fece costruire la chiesa di San Gottardo in Corte, con la caratteristica cappella palatina. Si è fortunatamente salvato il campanile di tale chiesa, denominato delle Ore, poiché qui venne collocato il primo orologio pubblico milanese, di cui conosciamo il funzionamento grazie alle precise descrizioni del frate Galvano Fiamma.
Azzone non trascurò le opere pubbliche, ad esempio l’assetto definitivo delle mura, completate con pietre e mattoni sopra il vecchio terrapieno. Assunse diversi scultori, provenienti da Campione (i famosi maestri campionesi), tra l’altro autori di statue che arricchivano la Loggia degli Osii. Volle a Milano Giovanni di Balduccio da Pisa, il quale eresse in Sant’Eustorgio l’arca di San Pietro Martire e scolpì nel 1339 il sarcofago per lo stesso Azzone.
L’arcivescovo Giovanni Visconti fece costruire una sua residenza verso piazza Fontana, collegata al vecchio Arcivescovado da un ponte-corridoio.
Bernabò Visconti dispose affinché la chiesa di San Giovanni in Conca diventasse la sua cappella di corte e fece collocare la sua statua equestre (oggi visibile al Castello Sforzesco), in modo che sovrastasse l’altare.
Galeazzo Visconti, nel 1368, fece erigere il Castello di porta Giovia.
Come sappiamo, nel 1385 il nipote Gian Galeazzo (vedi foto), figlio di Galeazzo II, fece imprigionare lo zio Bernabò, rimanendo in tal modo solo al potere e dando origine alla signoria più illustre di tutti i Visconti. Come noto, Gian Galeazzo eresse la Certosa di Pavia e avviò i primi lavori per la costruzione del Duomo di Milano (1386).