di Carlo Radollovich
Dopo le due serate organizzate davanti alla nostra cattedrale da Radio Italia, decisamente bagnate a seguito di acquazzoni quasi violenti, domenica sera (finalmente priva di acqua piovana) si è tenuto un concerto della Filarmonica della Scala, diretto dal maestro Riccardo Chailly, abilmente inquadrato da Rai 5 su due maxischermi.
Si è trattato di un evento musicale ormai consuetudinario, giunto al quarto anno consecutivo, a cui hanno assistito circa quarantamila persone, affluite gratuitamente sul sagrato, tutte incantate, candidati al prossimo ballottaggio compresi, per l’alta professionalità con la quale le musiche sono state eseguite.
Al pianoforte, l’argentina Martha Argerich ha strappato numerosi applausi, specialmente durante il “Concerto in Sol”, mentre i vari brani musicali venivano apprezzati da fini intenditori del settore e da diversi esponenti della finanza.
La vibrante sensibilità della Filarmonica è entrata nel cuore dei presenti con “L’apprendista stregone” di Paul Dukas, “L’uccello di fuoco” di Igor Stravinskij e il ben noto “Bolero” di Maurice Ravel.
Si è voluto attirare in piazza Duomo soprattutto i giovani, spesso restii (colpa anche dei prezzi non sempre accessibili) ad entrare in un famoso teatro per ascoltare musica classica. Si spera di essere riusciti a stimolare in loro l’attenzione e l’interesse, confidando di aver colto nel segno.