di Antonio Barbalinardo
Cinquantatré anni fa la sera del 27 ottobre 1962, l’aereo che trasportava l’ingegner Enrico Mattei, ormai prossimo all’atterraggio all’aeroporto di Linate, improvvisamente dopo uno scoppio, precipitò sul territorio di Bascapè rompendosi in vari pezzi e lasciando sul terreno brandelli dei corpi dei due passeggeri e del pilota.
La storia di Enrico Mattei è conosciuta perché fu un imprenditore pubblico che, nel dopo guerra con la ricostruzione dell’Italia, riuscì ad avviare nel 1953 la società Eni facendola diventare competitiva e all’avanguardia da essere in concorrenza con le più grandi società petrolifere del mondo. Enrico Mattei fu un uomo che con coraggio, animato dal suo spirito di cattolico e di uomo della Resistenza, riuscì a far risorgere e a far ripartire il Paese Italia, in particolare nell’ambito energetico e a farlo diventare protagonista a livello mondiale.
La politica industriale di Enrico Mattei era senz’altro temuta e ostacolata; era un “imprenditore pubblico che si comportava da imprenditore privato”, come fu definito e criticato dalla stampa di allora, poiché quel suo modo di agire dava fastidio e per questo fu tramata la sua tragica fine.
L’agire di Mattei creava problemi e pensieri a qualcuno che voleva fermare quell’uomo che nell’arco di poco più di un decennio era riuscito a portare l’ENI e l’Italia ai vertici dell’imprenditoria del mondo nella ricerca petrolifera.
Quello che è certo, è che Enrico Mattei nel suo ultimo periodo di vita era consapevole di quanto stava realizzando per il bene comune del nostro Paese.
Allora chi ha tramato la tragica fine di Enrico Mattei? La risposta a questa domanda oggi, dopo oltre mezzo secolo, non è stata data.
Così ieri, martedì 27 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di Santa Barbara di Metanopoli in San Donato Milanese è stata celebrata la Santa Messa per commemorare il 53° anniversario della tragica morte del Presidente dell’Eni ingegner Enrico Mattei, la Santa Messa è stata celebrata dal parroco di Santa Barbara don Pietro Zaupa.
La commemorazione del Presidente Enrico Mattei è stata organizzata da APVE l’Associazione Pionieri e Veterani Eni, con la celebrazione della Santa Messa nella stessa chiesa di Santa Barbara voluta e fatta costruire dall’ingegnere Enrico Mattei, chiesa che fu progettata dall’architetto Mario Bacciocchi e inaugurata nel 1955 che divenne parrocchia il 15 giugno 1963.
La chiesa di Santa Barbara di Metanopoli è stata la stessa chiesa dove fu celebrato il funerale dell’ingegner Enrico Mattei, funerale celebrato da Monsignor Aldo Milani. Il cardinale di Milano Giovanni Battista Montini allora era a Roma per i lavori del Concilio Vaticano II, interruppe i lavori del Concilio e venne a Milano per rendere omaggio alla salma dell’amico ingegner Enrico Mattei.
Il Cardinale Giovanni Battista Montini otto mesi dopo, alla morte di Papa Giovanni XXIII a giugno 1963 diventò Papa e prese il nome di Paolo VI oggi Beato Paolo VI.
Il Parroco don Pietro Zaupa nella sua omelia ha detto: “Noi oggi celebriamo il ricordo di un uomo atterrato ma non affondato poiché dopo tanti anni è ancora ricordato e ciò vuol dire che quel suo sacrificio ha portato frutti e Mattei è stato capace di anticipare i tempi con i suoi 50 e 50 ovvero dividere a metà e quello fu un vero modo di fare comunione e condivisione”.
A tale riferimento va detto che la politica di Enrico Mattei era di applicare il fifty-fifty, in altre parole una politica di collaborazione alla pari con i paesi produttori di petrolio e assegnava loro il 50% degli utili derivanti dall’estrazione stessa del petrolio.
Alla celebrazione della Santa Messa hanno partecipato anche gli alunni e i docenti della Scuola Maria Ausiliatrice, scuola fatta costruire da Mattei; era presente anche il Presidente APVE Nazionale Giovanni Paccaloni con molti associati APVE, molti dipendenti e alcuni dirigenti dell’Eni tra cui il Dottor Claudio Granata Presidente del Consiglio di Amministrazione di Eni Corporate University.
Inoltre era presente il Sindaco di San Donato Milanese Dottor Andrea Checchi e altri rappresentanti istituzionali della città di San Donato Milanese con il gonfalone del Comune.
Dopo la Santa messa in corteo, lungo viale De Gasperi, tutti i partecipanti si sono recati davanti al Primo Palazzo Uffici dell’Eni di Metanopoli per deporre due corone d’alloro davanti al busto dedicato al Presidente Enrico Mattei.
Dopo la deposizione delle corone, i vari associati pionieri e veterani di APVE si sono recati in pullman a Bascapè in provincia di Pavia presso il monumento dedicato a Enrico Mattei e alle vittime di quel tragico incidente aereo che portò la morte del Presidente Enrico Mattei, del giornalista americano William Mc. Hale del Time – Life e del pilota dell’aereo Irnerio Bertuzzi.
Presso il monumento memoriale di Bascapè, luogo del ritrovamento più rilevante dei vari brandelli umani, l’Eni lì ha fatto costruire quel monumento quale luogo di memoria, perché lì furono ritrovate la maggior parte della carlinga dell’aereo con i tanti brandelli dei corpi delle tre innocenti vittime. In quel luogo, è seguita un’altra breve cerimonia di commemorazione, dove era presente anche il pioniere Vito Stefanoni che raccolse tutto quanto, si poté recuperare di quei corpi in brandelli. Il pioniere Predi Danilo invece nel suo breve intervento ha fatto una riflessione di quel periodo e in particolare ha ricordato il pilota Irnerio Bertuzzi essendo stato allora un suo collega. C’è stata nella stessa mattinata un’altra breve cerimonia antistante al Municipio di Bascapè, dove c’è una targa alla memoria di Enrico Mattei
Oggi dopo tantissimo tempo da quel tragico incidente, sono state fatte molte ipotesi ma non si ha ancora la certezza dei mandatari di tale non casuale incidente, un incidente senz’altro provocato e commissionato da ignoti cui l’operato del Presidente dell’Eni Enrico Mattei dava fastidio.