di Donatella Swift
Sta per entrare in vigore il nuovo esame conclusivo delle scuole Superiori, la cui riforma era stata precedentemente approvata nel gennaio del 2017, ma che per questioni pratiche rimandata appunto alla sessione del 2019. Vediamo ora nel dettaglio come cambierà l’esame di Stato: innanzitutto verrà tolto il cosiddetto “quizzone”, una prova multidisciplinare che in tutti questi anni era diventata una sorta di ossessione: le materie erano minimo quattro, variava la tipologia, a secondo di come la classe si era approcciata a tale prova, perché poteva essere a risposte aperte, oppure chiuse oppure ancora a risposte miste. Le perplessità più consistenti riguardano la percentuale d’importanza che dovrebbe essere data alla relazione per l’alternanza scuola – lavoro e soprattutto all’incidenza della partecipazione alle prove Invalsi. Su questi due punti il Miur all’inizio del corrente anno scolastico ha dichiarato che i requisiti dell’alternanza scuola – lavoro e della partecipazione alle prove Invalsi non costituiranno una pregiudiziale sull’andamento dell’esame stesso: in un primo momento infatti lo stesso Ministero aveva affermato che per poter accedere alla fase dell’esame prevista per giugno ogni studente avrebbe dovuto sostenere, nel mese di maggio, le prove Invalsi – suddivise per Italiano, Matematica ed Inglese – circostanza poi appunto rimandata probabilmente al prossimo anno scolastico.
Ma le novità più importanti riguarderanno la prima e la seconda prova d’esame: per la prima tipologia, l’analisi del testo, il Miur ha annunciato che fornirà due tracce appartenenti a due autori diversi, scelti partendo dal periodo storico dell’Unità d’Italia Per quanto riguarderà la tipologia B lo studente si dovrà cimentare con l’analisi e la produzione di un testo argomentativo: nella traccia verrà espressamente chiesto agli studenti di interpretare e riflettere sul documento che verrà loro proposto. Scomparirà completamente la tipologia C, quella più strettamente legata alla storia, e questo – lasciatecelo dire – è veramente un peccato perché, anche a fronte di un’esigua quantità di studenti che affrontava tale tipologia, la storia è da considerarsi un patrimonio connaturato con l’essenza stessa dell’essere uomini, al di là di discorsi puramente retorici. Al posto della tipologia D, che era attinente a temi di attualità, rimarrà pertanto la tipologia C, che di fatto proporrà tracce vicine alle esperienze degli studenti e delle studentesse.
Altra novità riguarderà la Seconda Prova d’Esame: il Ministero ha infatti fornito alle scuole le prime indicazioni riguardo alla formulazione di tale prova, ma con una importante novità: saranno fornite griglie di valutazione su scala nazionale, in modo da dare alle varie commissioni sparse per lo “stivale” una valutazione più omogenea ed equa. E ci saranno griglie anche per la prova di Italiano. Per la parte orale la commissione procederà almeno ancora per quest’anno con domande sulle materie oggetto di esame.
Ora, ammesso e non concesso che anche il mondo della scuola sta cambiando, c’è da dire che molti addetti ai lavori siano rimasti basiti, a parte per l’eliminazione di alcune prove, anche per quella che viene vissuta come un’imposizione da parte del Ministero, quella di adottare griglie uguali per tutti, vale a dire un’omogeneizzazione di valutazioni che sa tanto anche di omogeneizzazione dei cervelli..