lunedì, Dicembre 23, 2024
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LA CHIESA, SCONSACRATA, DI SANTA MARIA DEL SANGUE

di Carlo Radollovich

Nel corso del Settecento e dell’Ottocento, diverse chiese milanesi furono sconsacrate. Sembra quasi incredibile ricordarlo, ma la Diocesi di Milano, per mancanza di fondi, era stata costretta a cedere a privati alcuni edifici sacri. Disponendo per contro di adeguati mezzi finanziari, si sarebbe potuto restaurarli. Ma si sa pure che, trattandosi di edifici vetusti, il costo per il loro ripristino sarebbe stato esorbitante o quasi. Con l’occasione si decise di trasferire la celebrazione delle messe e di altri servizi religiosi nelle chiese vicine, spesso più confortevoli per i fedeli perché più capienti.

Ma quanto è rimasto delle vecchie chiese secolarizzate? Oggi vorremmo citarne una, situata in via Magolfa, sui Navigli, ove un piccolo quartiere di casupole protegge  al suo interno una minuscola chiesa del Seicento dedicata a Santa Maria del Sangue. Purtroppo non è visitabile, malgrado le diverse proteste lanciate anni fa da alcuni cittadini, i quali si fecero vibratamente sentire, ma senza successo. Essa risulta racchiusa in un gruppetto di piccoli edifici che un tempo davano vita ad un convento e che, nel 1880, vennero tutti trasformati in abitazioni private.

Nella chiesetta ci si intratteneva in preghiera davanti ad una pala d’altare e si venerava una Madonna, fedele riproduzione di un affresco posizionato nell’antico Santuario della Madonna del Sangue nel paesino di Re, in Val Vigezzo, detta anche “Valle dei Pittori” per la storica presenza in loco di abili paesaggisti.  La figura della Vergine che allatta (vedi foto) è considerata miracolosa poiché, nel 1493, era stata colpita alla testa da un malintenzionato e per venti giorni, secondo la leggenda, dalla “ferita” sgorgarono piccoli zampilli di sangue.

Ora, va ricordato che numerosi spazzacamini di Porta Ticinese erano originari proprio della Val Vigezzo ed essi furono sempre legati alla Madonna del Sangue, anche a Milano, sino a quando la chiesa venne sconsacrata e ceduta. Qui, al suo interno, sarebbe ancora oggi visibile, sopra l’altare, un affresco dedicato alla Vergine in elegante stile barocco.

Peccato che di spazzacamini non ne esistano praticamente più. Sicuramente si sarebbero messi in coda presso le Autorità comunali chiedendo almeno la possibilità di visitare la chiesetta e di rendere omaggio all’indimenticata Santa Maria del Sangue.

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