di Ugo Perugini
La Galleria “Carré d’Artistes”, che si trova in una delle zone più “in” di Milano, via Cuneo 5, vicino a piazza Piemonte e all’angolo con via Marghera, ha festeggiato qualche giorno fa il primo anno di attività. Le socie titolari sono quattro ragazze, molto carine e molto determinate. Ecco i loro nomi: Cristina Caniato, Laura e Francesca Belli e Monica Resta.
Sono giovani ma sanno bene quello che vogliono. Non si sono accontentate di un’attività in franchising. Sono così convinte dell’operazione che hanno chiesto alla sede francese di poter avere l’esclusiva di questa attività per tutto il territorio nazionale. Un passo importante ma decisamente ben calcolato perché le prospettive dell’investimento sono particolarmente positive.
Dopo un anno di attività, è il momento di fare un bilancio dell’attività svolta. Come giudicate questo primo anno di vita della vostra galleria?
Senz’altro positivo. Milano non è una città facile, era necessario far conoscere il nuovo format alla gente. Far capire lo spirito che anima questa iniziativa. E abbiamo visto che la risposta è stata subito piuttosto favorevole: siamo riuscite a suscitare curiosità, interesse e a realizzare buoni risultati dal punto di vista economico. Non solo. I clienti che ci hanno conosciuto, sono rimasti fedeli e questo conferma la qualità delle opere proposte e del servizio offerto. Tutto ciò ci ha convinto a compiere un’altra operazione importante: l’apertura di un secondo punto vendita, cioè una nuova galleria a Roma. Per ora non vogliamo dire di più ma siamo convinte che la scelta di avere l’esclusiva “Carré d’Artistes” in Italia sia stata la mossa giusta.
L’importanza di una galleria come la vostra è anche quella di rappresentare un punto di aggregazione sociale della zona. Qual è stata la risposta del pubblico?
Positiva in tutti i sensi. Abbiamo realizzato eventi, incontri, vernissage riuscendo a catturare l’attenzione della gente, trasmettendo e condividendo quello che è il concept della nostra strategia operativa. Per questo, però, dobbiamo ringraziare la casa madre francese che ci è sempre stata molto vicina, fornendo consulenze adeguate, cercando di risolvere eventuali problemi, individuando le esigenze specifiche diverse da Paese a Paese, curando la formazione dei collaboratori. A questo proposito, è previsto periodicamente un incontro che riunisce tutti gli operatori in franchising del mondo, i quali possono scambiarsi le loro esperienze e discutere liberamente dei punti di forza e debolezza che hanno dovuto affrontare. Cosa che crea uno spirito di squadra necessario in queste circostanze per motivare e stimolare i collaboratori.
Quali le domande o le curiosità che le hanno rivolto più spesso i suoi clienti?
All’inizio, molti clienti non riuscivano a capire che si trattava di opere uniche e certificate di pittori veri. Il format piuttosto“easy”, la possibilità di scegliere i quadri come si sceglieva un disco negli espositori in certi negozi di un tempo, poteva far cadere nell’equivoco.
Ma, in realtà, questo è anche il vero punto di forza del negozio-galleria Carré d’Artistes. Cercare di rendere l’arte semplice da fruire e acquistare, alla portata di chiunque, senza timori reverenziali che spesso creano reazioni di rifiuto o freddezza.
Occorre dire che le opere vengono vendute in quattro formati standard, ma molto spesso, quando i pittori vengono a dipingere in galleria, possono essere scelti altri formati alternativi o realizzate opere con utilizzo di colori, soggetti suggeriti dagli stessi clienti. Anche questo aspetto fa capire come tutto concorra ad avvicinare sempre di più l’arte alla gente.
Se doveste consigliare a un giovane di intraprendere questa attività quali consigli vi sentireste di dargli?
In Italia, purtroppo, dovremmo dirgli che non può avvalersi della struttura di “Carré d’Artistes” perché è solo nostra esclusiva. In altri Paesi, prima di tutto occorre avere un interesse per l’arte anche se non particolarmente specifico, uno spirito imprenditoriale sviluppato, e fare molta attenzione alla location. La posizione di una galleria d’arte come la nostra è strategica, fondamentale e va studiata con molta attenzione.
Come valutate il rapporto con i pittori?
Davvero importante perché cerchiamo di mantenere sempre vivi i rapporti personali con gli artisti, in ogni fase dell’attività, dall’esposizione, alla presentazione, alla vendita, e cerchiamo di essere di supporto soprattutto nei confronti dei più giovani, degli emergenti che affidano alle nostre gallerie le loro opere e, di conseguenza, il loro futuro.