di Antonio Barbalinardo
La scorsa settimana nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la Cappella Arcivescovile, l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini a presentazione della Canonizzazione del Beato Paolo VI che si svolgerà domenica 14 ottobre prossimo ha riferito: “La grandezza dell’arcivescovo Montini diventato Papa e ora canonizzato sta nella capacità di leggere il presente come tempo propizio per l’evangelizzazione in un mondo che pone questioni drammatiche su cui la Chiesa ha molto da dire. Mi pare che la sua fiducia nell’intelligenza come risorsa, nella ragione come strumento per cercare la Verità sia particolarmente urgente oggi epoca in cui la Verità è prevaricata dalla notizia e l’intelligenza dalla ragione. Egli fu poi molto attento ai giovani e credo che la sua convinzione che le nuove generazioni possano essere una promessa di novità per chiesa e società debba essere ripetuta ancora oggi”.
In merito alla canonizzazione di Paolo VI, desidero esprimere alcune mie riflessioni su di lui poiché penso che sia stato molto caro e amato in particolare da quelle generazioni degli anni ’60 che come me, sotto il Suo pontificato e guida pastorale, hanno vissuto le tante novità emerse dal Concilio Vaticano II avviato da Papa Giovanni XXIII e da lui concluso. Noi allora ragazzi del ’68 abbiamo vissuto l’esperienza del movimento studentesco e vissuto l’esperienza successiva dell’inizio del terrorismo e della cosiddetta strategia della tensione.
Ricordo bene il commosso appello di Papa Paolo VI a favore della liberazione dell’onorevole Aldo Moro prigioniero delle “brigate rosse” nella primavera del 1978; un anno importante non solo per la delicata questione socio-politica italiana, ma anche perché fu un momento particolare della Chiesa Cattolica che nel corso dell’anno visse il momento evangelico e pastorale di tre papi: Paolo VI, morto il 6 agosto 1978, la successiva elezione di Papa Giovanni Paolo I, che fu breve, ma intensa, morto dopo il 28 settembre 1978 a cui seguì l’elezione di Papa Giovanni Paolo II che ci ha accompagnato nel suo ministero pastorale fino al 2 aprile 2005.
Paolo VI l’ho conosciuto soltanto con i suoi scritti in particolare le encicliche del suo impegno pastorale e gli interventi e le immagini televisive trasmesse durante il suo Pontificato. L’ho però conosciuto indirettamente poiché ho avuto il piacere di conoscere e seguire per il mio impegno di volontario presso l’Istituto Luigi Palazzolo avendo allora conosciuto tantissimi sacerdoti anziani che l’avevano avuto come Pastore durante il loro servizio sacerdotale di quando lui era Arcivescovo della Chiesa Ambrosiana. Proprio per questo impegno di volontariato presso l’Istituto Palazzolo, ho avuto occasione anche di conoscere Monsignor Giuseppe Macchi che spesso veniva a trovare i suoi confratelli lì ricoverati. Monsignor Macchi, come noto è stato il Segretario personale di Paolo VI e in una delle sue numerose visite all’Istituto Luigi Palazzolo donò la statua bronzea di Paolo VI, opera dello scultore professor Enrico Manfrini, con una cerimonia che si svolse la domenica 17 ottobre 1999 alla presenza del Cappellano don Ambrogio Saporiti, delle suore e di moltissimi ospiti anziani dell’Istituto Palazzolo.
Oggi quella statua per l’occasione della prossima canonizzazione è stata posta al culto presso l’altare della Chiesa della Cappellania.
L’allora Cardinale Montini, in una sua visita del 1962 rivolgendosi agli ospiti dell’Istituto Palazzolo disse: “Cari ospiti, quanta tristezza può essere in voi per l’abbandono delle vostre case, per la carenza di speranza per il domani. Si direbbe che questa è una casa di tristezza, ma se potete affermare “Amo il Signore e mi preparo ad incontrarlo” troverete qui un immenso conforto”.
Le Suore delle Poverelle del Beato don Luigi Palazzolo per l’amicizia che li legava al Cardinale Giovanni Battista Montini, diventato dopo Paolo VI, gli dedicarono un ala dell’istituto.
Oggi la cappellania dell’Istituto Palazzolo della Fondazione del Beato don Carlo Gnocchi, unita alle suore, agli ospiti e ai volontari si sono preparati con la preghiera per la canonizzazione del Beato Paolo VI che da domenica diventerà San Paolo VI.
Domenica prossima in piazza San Pietro il rito della Canonizzazione sarà presieduto da papa Francesco, che canonizzerà due lombardi Paolo VI e don Francesco Spinelli e altri cinque Beati della Chiesa. Per questa canonizzazione a Roma sono previsti 2500 pellegrini milanesi mentre a Milano in tutte le parrocchie a mezzogiorno le campane suoneranno a distesa.