di Carlo Radollovich
A seguito di inspiegabili sviste o ritardi nelle spedizioni via posta, sono state annullate da parte del Comune di Milano (o comunque da annullare) alcune centinaia di multe.
L’opposizione parla di trecento ammende al giorno mentre le autorità comunali affermano che esse ammontano a circa centocinquanta pro die.
Permane in ogni caso la constatazione che, in questi primi giorni dell’anno, i verbali annullati sono stati circa un migliaio. E se si prendesse in considerazione il 2017, si rileverebbe che il numero delle multe stornate assume proporzioni a dir poco ampie.
Ma il Comune parla di percentuali ininfluenti, qualora si prendesse in esame il numero delle sanzioni emesse: nel 2016 esse sfioravano i tre milioni e mezzo (circa 55mila i ricorsi presentati in autotutela dagli interessati) e per il 2017 dovremmo aggirarci su cifre similari.
Nel frattempo, presso l’Ufficio Procedure Sanzionatorie di via Friuli, le code di persone si fanno sempre più corpose. Infatti, gli interessati elencano molteplici motivi concernenti gli annullamenti da eseguire; per esempio, la notifica dei verbali oltre i 90 giorni consentiti, vizi di forma riguardanti gli orari del periodo di sosta, il colore errato dei veicoli, la non visualizzazione del pass che consente il parcheggio sulle strisce gialle o addirittura il numero di targa sbagliato.
Ci si chiede: con tutte le disponibilità informatiche di cui il Comune possiede, è mai possibile che non si possa ovviare con la necessaria celerità alle sviste in cui si è malauguratamente incorsi?