di Carlo Radollovich
L’incredibile periodo di secca che stiamo vivendo, ci consente un salutare approccio con i nostri monti lombardi più amati, anche in questa stagione, e vedremo come.
Si scia in Valtellina e altrove, è vero, ma non si tratta di campi bianchi ottenuti grazie alle tanto attese precipitazioni (non nevica dallo scorso 28 ottobre). Si è invece ricorsi ai ben noti “cannoni” che nel corso della notte, sia a Madesimo sia a Livigno, sparano neve senza attimi di sosta. Ma anche sul Monte Pora, in alta Valle Seriana, si è proceduto a stendere il bianco manto, anche se ci si è limitati ad un’unica pista.
Questo metodo artificiale di innevamento, affermatosi ormai da anni, ha consentito agli appassionati dello sci di divertirsi, prolungatamente, in occasione del maxiponte dell’Immacolata, sciatori che a Madonna di Campiglio si erano presentati addirittura in 24mila.
Ma la mancanza di neve su tutto il territorio non conferisce al paesaggio l’immagine di quell’inverno che in molti avrebbero auspicato. Come organizzarsi, dunque, per coloro che a malincuore hanno dovuto rinunciare a numerosi week-end (o magari limitandoli) non potendo indossare, con la desiderata regolarità, sgargianti tute, caschi di diversi colori e moderni sci ? Nessun timore, almeno per coloro che amano camminare in aree prive di smog: su sentieri completamente asciutti, possiamo spingerci a piedi su quei terreni che di solito, in questa stagione, sono meta quasi esclusiva di sciatori.
Proviamo a descrivere, partendo dal passo della Presolana, immenso sasso dolomitico conosciuto da numerosi milanesi (vedi foto), un paio di interessanti escursioni. Le mete possono essere rappresentate, ad esempio, dalla Baita dei Cassinelli, situata a quasi 1600 metri. Dal passo si imbocca una stradina, asfaltata solo all’inizio, per poi inoltrarci nella pineta. Giunti a quota 1450 metri, si esce dal bosco e qui si può ammirare la corposa “possenza” della Presolana. Si prosegue dritti per poi attraversare un prato che termina con l’indicazione “sentiero 315”. Da qui si arriverà direttamente alla baita, sempre aperta anche d’inverno, in meno di due ore di cammino.
Se gli escursionisti sono alquanto esperti, si può raggiungere, sempre imboccando il sentiero 315 e percorrendo poi il sentiero 316 (Monte Visolo), il “Bivacco città di Clusone”, posto a 2050 metri. Qui ci troviamo alla base degli strapiombi meridionali della stupenda cima del monte Presolana, tra una serie infinita di rocce dal colore chiaro. Durata della camminata: circa due ore e trenta.
Insomma, anche in mancanza della… bianca visitatrice, la secchezza dei terreni ci consente di camminare speditamente lontano dalle città, in oasi perfettamente pure, ove le polveri sottili e l’ossido di carbonio non vi abitano assolutamente.