di Ugo Perugini
E’ stata presentata a Milano una grande Mostra che si terrà a Cagliari a Palazzo di Città a partire dall’11 dicembre del 2015 fino al 10 aprile 2016. Un tuffo nella preistoria per conoscere le proprie radici e confrontarle con quelle dei popoli più lontani del Caucaso, per scoprire le affinità, i collegamenti che danno senso a una definizione geografica spesso considerata aleatoria, come l’Eurasia.
L’Eurasia è un continente, a cavallo tra Asia ed Europa, dove, dopo il Neolitico, nel corso di cinque millenni ebbe in pratica inizio la nostra civiltà. L’uomo divenne stanziale, imparò a utilizzare i prodotti della natura, trasformandoli, sfruttando gli animali come forza lavoro. E’ il periodo in cui ebbero origine i villaggi, si svilupparono i mezzi di trasporto, gli scambi, il commercio. Si scoprì l’uso dei metalli, la realizzazione degli utensili e, purtroppo, anche delle armi.
Quali sono i rapporti tra la civiltà caucasica e quella nuragica? Molti di più di quanto si possa immaginare. Questa Mostra si impegna a scoprirli e segnalarli, avvalendosi di un contributo eccezionale quale quello fornito dal Museo Ermitage di San Pietroburgo che metterà a disposizione dei visitatori oltre 250 reperti d’uso comune o come corredo funerario, realizzati in argilla, rame, pietre preziose e oro- Oggetti mai esposti fuori dalla Russia.
Dal canto suo, la Sardegna proporrà un centinaio di opere provenienti da vari musei, soprattutto dell’isola e italiani, che dimostrano come gli abitanti dell’isola riuscirono a tessere numerosi contatti e scambi commerciali al di là del Mediterraneo, confermati, ad esempio, dall’importazione dello stagno per la produzione di oggetti di bronzo o dal circuito dell’ambra. Ma anche dalle ceramiche tipiche a forma di campana con iscrizioni geometriche che si ritrovano anche nelle zone del Caucaso.
Vi saranno anche le scoperte archeologiche più recenti come quelle della tomba di Nalchik, in Russia, dove si sono ritrovati oggetti preziosi, gioielli, utensili in pietra, ecc. e, in Sardegna, con le due statuette in osso recuperate dagli scavi recentemente eseguiti in una domus de janas a Carbonia, che riproducono il motivo della Dea Madre, già presente anche in reperti dell’Ermitage.
I temi della mostra sono quattro: Il nuovo quotidiano e gli strumenti del vivere; la rivoluzione dei metalli, le forme e i colori del lusso e del potere; l’uomo, il cavallo e gli altri animali. Il percorso espositivo non sarà però limitato alle aree museali ma coinvolgerà tutta la città di Cagliari. L’idea è quella di creare un vero e proprio cantiere culturale “Space is the place”, percorsi di arte pubblica, che trasformi il modo di reinterpretare gli spazi urbani, lasciando spazio, oltre all’arte, anche alla danza, alla musica, alla fotografia e al cinema.
Cagliari, capitale italiana della Cultura 2015, vuole che questa iniziativa incida profondamente nella vita dei suoi cittadini, non sia solo un bel vestito da indossare per la festa ma resti nel tempo. Cagliari, ha affermato il Sindaco Zedda (nella foto con il Sindaco Pisapia), è uno dei Comuni più ricchi d’Italia (260 milioni di euro in cassa) ma purtroppo si deve confrontare ancora con un alto tasso di analfabetismo, una incultura diffusa (il numero di laureati è uno tra i più bassi nel Paese). L’auspicio è che questa iniziativa abbia l’effetto di stimolare la partecipazione della gente, l’attenzione alla cultura, annullando i confini tra centro e periferie.
Obiettivo ambizioso, ma gli elementi ci sono tutti perché possa essere centrato.