Nasce a Milano nel 1785, figlio di Giulia Beccaria e del conte Pietro Manzoni. Ma tra i genitori nascono presto pesanti dissapori, anche perché mamma Giulia si è nel frattempo innamorata del poeta Carlo Imbonati.
E il conte Pietro, al fine di evitare una serie di scandali che si sarebbero inevitabilmente ritorti sul buon nome della famiglia Manzoni, riconosce obtorto collo di essere il padre del piccolo Alessandro. Quest’ultimo inizia a studiare nel 1791 presso il collegio dei padri Somaschi a Merate per poi essere ammesso al collegio dei padri Barnabiti nel 1796.
Lo studente Manzoni si proclama ateo ed entra nel frattempo in contatto con alti elementi della cultura milanese, tra cui Vincenzo Monti e Giuseppe Parini. Si trasferisce a Parigi nel 1805 presso la madre che ormai convive stabilmente con l’Imbonati. Però quest’ultimo si spegne nel stesso anno e la madre avvierà un rapporto ancor più stretto con il figliolo.
A Parigi si sposa con Enrichetta Blondel che gli darà dieci figli, otto dei quali moriranno tra il 1811 e il 1873. Attorno al 1810, il Manzoni cade vittima di una forte depressione. Tuttavia, da questo periodo in poi, nasceranno opere che metteranno in evidenza tutta la sua grande considerazione per le emozioni che l’uomo della sua epoca sta vivendo.
Ma si approprierà al tempo stesso di un grande merito letterario. Infatti si sbarazzerà di certi sentimentalismi di cui gli stessi romanzi della sua epoca sono pervasi per prendere spunti soltanto da eventi reali, traducendoli in opere assai dinamiche, soprattutto ben comprensibili alla stragrande maggioranza delle persone.
Se a tutto ciò aggiungiamo la sua brillante intelligenza e la natura degli argomenti trattati (tra loro sempre legati con logiche narrative di prim’ordine), fanno di lui un autentico caposaldo della letteratura italiana.
La coppia si trasferisce a Milano nel 1820 e purtroppo gli viene a mancare, nel 1833, l’adorata moglie Enrichetta. Trascorrono quattro anni di vedovanza ed eccolo disposto nuovamente a risposarsi con la coltissima Teresa Borri. Ma anche la seconda moglie si spegne nel 1861 e non potrà assistere alla nomina del suo Alessandro come senatore del nascente Regno d’Italia.
Lo scrittore, uscendo dalla chiesa di San Fedele il 6 gennaio 1873, cade a terra rovinosamente e si procura un trauma cranico. Muore per meningite il 22 maggio. E Giuseppe Verdi dirigerà la Messa da Requiem, composta in suo onore, nella chiesa milanese di San Marco.