di Carlo Radollovich
Era inevitabile che le troppe traversie vissute da Expo (vedi appalti non corretti, lungaggini in vari settori, dissapori interni) si ripercuotessero anche sulla strada che congiunge viale Zara all’Esposizione.
I lavori relativi, come da programma, dovrebbero terminare il prossimo 28 aprile, ma, a conti fatti, ci si rende conto che tale data potrà essere difficilmente osservata.
Il problema è scaturito durante il recente periodo natalizio, quando l’impresa a suo tempo incaricata per realizzare l’opera aveva chiesto il concordato preventivo, aprendo di fatto la procedura fallimentare. Si sarebbe dovuto, immediatamente, inserire una nuova azienda per la relativa sostituzione, evitando in tal modo anche la più piccola perdita di tempo. Ma non si è corsi subito al riparo, con la prevedibile (e incredibile) fermata dei lavori del cantiere.
Forse i nostri lettori ricorderanno che il cantiere della bretella Zara-Expo era stato aperto nel maggio 2014, suddiviso in due grandi lotti. Il primo, con partenza da via Eritrea-Quarto Oggiaro-largo Boccioni, ora a buon punto della sua ultimazione. Il secondo, decisamente in ritardo, prevede il congiungimento con via Stephenson, il complicato sottopassaggio dei binari della ferrovia per poi ultimare quelle strutture che raccoglieranno il traffico proveniente dalla tangenziale Ovest e dall’autostrada Bergamo-Milano.
Quali “miracoli” dobbiamo invocare per affidare le nostre concrete speranze ad un puntuale termine delle opere? Avviare come ipotizzato, ma sempre in ritardo, un piano di “seconda scelta” affidandolo alla MM?.
Molti cittadini sono veramente sconcertati per gli innumerevoli intoppi verificatisi, che certamente non fanno brillare per lucidità interventistica certi lavori.
Per questa benedetta Expo2015 siamo in ballo dal lontano 2008, quando si svolse il vittorioso confronto di sede con la città di Smirne. Eppure, sorvolando l’area dell’Esposizione, sembra di osservare una grande fetta di formaggio gruviera, con grossi buchi ancora pazientemente da riempire.