venerdì, Dicembre 20, 2024
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Bianca Garufi, scrittrice, poetessa e psicoterapeuta

Nasce a Roma nel 1918 da una famiglia ricca e aristocratica, proveniente dalla Sicilia. Sin da ragazza risente della forte personalità della madre, Giuseppina Melita, la quale, applicandosi con determinazione alla psicoanalisi, sarebbe diventata una delle più importanti psicoanaliste junghiane del Novecento.

Bianca si rende conto che questa ombra materna, seppure affettuosa, l’avrebbe accompagnata per sempre. Tenta di contrastarla bonariamente con ogni mezzo, facendo leva sulla propria cultura e intelligenza, ma alla fine riconoscera’ (sono parole sue): ”Più mi ribellavo, più le somigliavo”.

Bianca diventa letterata, poeta, saggista e pure psicoanalista, laureandosi nel 1951 con una tesi su Carl Gustav Jung, accademico svizzero, uno dei personaggi più autorevoli in merito al pensiero psicologico.

Con il trascorrere degli anni si fonde in lei la figura del terapeuta con quella dell’artista, senza tuttavia trascurare la presenza inequivocabile del fascino femminile, un elemento che spesso la trasforma in una sorta di mito. E negli anni Quaranta lei diventerà un ”mito” per quel grande scrittore e poeta che si chiama Cesare Pavese.

Bianca lo incontra nel 1944 presso la sede romana dell’editore Einaudi. I dialoghi con lui si fanno sempre più fitti, ma l’amore non sboccia, anche se tra i due nasce un sodalizio che li condurrà a scrivere a quattro mani il libro ”Fuoco grande”, pubblicato soltanto nel 1959, a nove anni dalla morte dello scrittore.

Le voci narranti del ”Fuoco grande” sono due, quelle di Giovanni e di Silvia, ove però è facile intuire che quella coppia si chiama in realtà Cesare e Bianca. Nel 1962 Bianca Garufi scrive, per Einaudi, “Il fossile” che viene considerato da molti il seguito di ”Fuoco grande”. Sottolineiamo con l’occasione che il fitto carteggio Garufi-Pavese si protrae per sei anni.

La scrittrice si assume pure impegni politici e partecipa, unitamente alla Resistenza romana, alla lotta contro l’invasione nazista. Terminato il secondo conflitto mondiale, soggiornerà lungamente a New York, a Parigi e persino a Hong Kong, ove tiene per alcuni anni il lettorato di lingua e cultura italiana.

A partire dai primi anni Settanta, traduce diversi testi dal francese e poi, forse come da lei gia’ previsto, si dedica con passione alla professione di psicoterapeuta e contemporaneamente intrattiene gli addetti ai lavori su mensili specialistici, come ”La rivista di Psicologia Analitica” e il ”Journal of Analytical Psycology”.

Donna assai riservata, non ama porsi in evidenza e specialmente nei suoi ultimi anni di vita manifesta riflessioni assai ricche di contenuti su diversi personaggi. Continuerà a scrivere sino pochi giorni dalla morte, avvenuta a Roma nel maggio del 2006.

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