lunedì, Dicembre 23, 2024
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Appalti Expo: un certo odore di Mafia

di R.Righi*

Dopo gli arresti degli ultimi giorni ci si chiede: dentro Expo la Mafia c’era o no? Le indagini condotte da Ilda Bocassini confermerebbero che Cosa Nostra ha operato all’interno della grande manifestazione svoltasi lo scorso anno, con diverse e complesse manovre finanziarie, attraverso il consorzio, denominato Dominus, al quale è stato affidato il compito di predisporre la realizzazione di diversi padiglioni tra i quali quello della Francia, del Quatar, della Guinea e della Birra Moretti, oltre a lavori per il Palazzo Congressi, l’Auditorium, ecc. Gli accusati dicono che con la mafia non hanno nulla a che spartire. Vedremo.

Quello che non riusciamo a comprendere è come sia stato possibile che nessuno, Sala prima di tutti, ora Sindaco di Milano, non si sia accorto delle irregolarità finanziarie (fatture false per operazioni inesistenti).

Eppure delle avvisaglie ce n’erano state. Si parla di una lettera anonima che aveva rivelato l’esistenza di rapporti poco chiari all’interno di certe aziende. Ma la missiva è stata snobbata. Nessuno si è mosso. Non solo, i rapporti con tali aziende si sono addirittura rafforzati, dal momento che sono stati sottoscritti contratti  per servizi da erogare in futuro (anni 2016/2018).

Tra i manager arrestati per questi episodi, inoltre, vi sarebbero personaggi già noti, non solo agli inquirenti, per essere in odore di ‘ndrangheta. Ma chi lavorava gomito a gomito con loro non se n’è mai accorto?

La spiegazione sembra darla la stessa Bocassini: la politica non riesce a fare controlli più accurati, anche perché le società incriminate anche se controllate dagli enti pubblici di fatto sono di diritto privato, quindi affidano incarichi di lavoro anche senza gare d’appalto.

Ricordate le parole del Responsabile dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone? Milano, capitale morale del Paese. Non nascondiamo un po’ di tristezza e di imbarazzo, anche perché, tra i vari segnali, non dimentichiamo che anche il Comitato Antimafia, presieduto da Nando Dalla Chiesa aveva segnalato la presenza di imprese sospette, segnalando possibili infiltrazioni proprio in un padiglione di un grande Paese ospite europeo. Ma è rimasta lettera morta!

 

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