Quali sono i due mondi ai quali si fa riferimento nel titolo del CD di Antonio Artese Trio, uscito recentemente per Abeat Records? Quello della musica colta e quella della musica popolare, almeno stando alla accurata recensione di Stefano Jacoviello, ricercatore presso l’Università di Siena, che presenta questo lavoro.
D’altra parte è sempre difficile stabilire, ammesso che esista, un confine tra queste due espressioni musicali. Facciamo una considerazione iniziale. Mentre la musica popolare cerca un effetto emozionale immediato, in quella che definiamo colta, oltre al piacere emozionale, assume importanza anche il piacere intellettuale, il che presuppone un certo tipo di cultura, oltre alla capacità di contestualizzazione.
Per di più, musica colta e musica popolare non sono categorie statiche. Il confine di cui si parlava viene costantemente attraversato da una parte all’altra. E il passaporto per farlo, molto spesso lo offre proprio il jazz, come dimostra Antonio Artese Trio. Basti a confermarlo, l’omaggio a Giacomo Puccini con il delizioso richiamo all’aria “Un bel dì vedremo” con il basso che “piange”.
Ma tutte le composizioni di Antonio Artese, al piano, accompagnato da Stefano Battaglia, al contrabbasso, e Alessandro Marzi alla batteria nascono con l’esigenza di conciliare diversi linguaggi e diverse epoche. Impegno non semplice ma che ci sembra abbia raggiunto il suo obiettivo.
Da segnalare il brano che dà il titolo al CD “Two Worlds” che inizia con il piano di Artese toccando sonorità eleganti, orecchiabili per creare una atmosfera malinconica e nostalgica, ribadita da un basso placido e pensoso, con un finale lasciato all’intervento mai invasivo della batteria.
Da segnalare anche “Prelude” con le poche note che caratterizzano la chiave musicale sulla quale si esercita la capacità improvvisativa dei tre elementi, e il bell’assolo finale della batteria. Ma la musica di Antonio Artese Trio si fa spesso ballata, racconta storie, insinua paesaggi, personaggi, come in “Julita” e “Lila”, fino al “Voyage” che chiude il CD, incalzante, tuttavia capace di stemperarsi in un finale elegante.