venerdì, Novembre 22, 2024
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Ancora una bravissima tennista: Lucia Valerio

Oltre a Rosetta Gagliardi (vedi ”ilMirino” del 9 febbraio) un’altra valida tennista degli anni Trenta ha tenuto molto alta la bandiera della milanesita’: Lucia Valerio, nata nella nostra città nel 1905, che il giornalista Gianni Clerici amava definire ”nobildonna del tennis”.

Per la verità, prima di dedicarsi completamente allo sport della racchetta, si era cimentata in diverse gare di scherma e di sci, senza dimenticare una passione mai nascosta: quella dell’equitazione.

Nel 1926, a poco più di vent’anni, si lasciò tentare da una competizione tennistica che le lascerà un segno profondo: i campionati assoluti di Trieste, che vincerà con grinta e determinazione malgrado le emozioni di questa prima affermazione importante sulla terra rossa.

Iscritta al Tennis Club milanese ”Alberto Bonacossa”, qui si allenava senza sosta in attesa dei futuri tornei. Curioso, a questo proposito, il commento della sua avversaria Gagliardi: ”Passa la vita sul campo come se si trattasse di un gioco simile a chi fa la maglia, un dritto e un rovescio, un dritto e un rovescio”.

Si iscrisse a diversi tornei tra cui Montecarlo, Mentone e Cannes (ove vinse i Campionati del Mediterraneo). Ma nel 1931, invitata in India da un ricco maragia’, parti’ per Nuova Dehli assieme ad alcuni amici tennisti. Partecipò con coraggio alla caccia alla pantera.

Anche laggiù, in partite d’allenamento, era sempre vestita impeccabilmente in campo: abitino sportivo bianco, gonna alquanto lunga, calze eleganti fitte, ampia visiera.

Nel 1933 ottenne un risultato di spicco, raggiungendo i quarti di finale a Wimbledon. Questa impresa rappresenta un autentico record se si pensa che Laura Golarsa riuscì ad eguagliarla soltanto cinquantasei anni dopo.

Agli Internazionali d’Italia del 1935 riuscì a battere in finale la quotatissima americana Dorothy Andres. Sapete quale fu il il suo compenso, lontanissimo dagli attuali premi ? Un buono da 700 lire da spendere in un negozio che vendeva articoli sportivi.

Nel 1936 si ritirò dal tennis agonistico e per qualche mese accetto’ un incarico tecnico per il tennis femminile propostole dalla Federazione Italiana Tennis. Ma c’è di più: a livello amatoriale continuò a giocare sino alla soglia dei novant’anni.

Dopo breve malattia si spense a Milano nel settembre del 1996, menzionata da molti sportivi con tanta ammirazione e simpatia.

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